Corriere Fiorentino

La segregò nel pollaio, condannato il cognato

Per un mese la donna fu legata, picchiata e stuprata in una zona isolata. Riuscì a liberarsi e a fuggire

- Marotta

Sequestrat­a, picchiata e violentata. Per un mese, ha costretto la cognata a vivere in un pollaio e poi in un camper, in una zona isolata a Rufina, slegandola solo per consentirl­e di mangiare acqua e biscotti. Un inferno da cui la donna si è salvata con la fuga. Nel dicembre scorso, l’uomo fu arrestato. Ieri Massimo Ricci, 55 anni e pluripregi­udicato, è stato condannato in abbreviato a 9 anni e mezzo.

Sequestrat­a, picchiata e violentata. Per un mese, ha costretto la cognata a vivere in un pollaio e poi in un camper, in una zona isolata a Rufina, slegandola solo per consentirl­e di mangiare acqua e biscotti. Un inferno da cui la donna si è salvata con la fuga. Nel dicembre scorso, l’uomo fu arrestato.

Ieri Massimo Ricci, 55 anni e pluripregi­udicato, è stato condannato in abbreviato a 9 anni e mezzo per sequestro di persona, lesioni personali, violenza sessuale, violenza privata, rapina, utilizzo di carte di postapay e furto. Assolto (difeso dall’avvocato Iorio) dall’accusa di riduzione in stato di incapacità e di circonvenz­ione di incapace. Rinviato a giudizio il fratello Terzilio per furto e sequestro di persona. Prosciolta per totale incapacità totale di intendere e di volere, la compagna Annalisa Zocchi (difesa dall’avvocato Giorgio Ponti).

La vittima, 54 anni, ieri, si è fatta coraggio e ha varcato il portone del palazzo di giustizia. Non ha detto una parola quando il gup Antonella Zatini ha pronunciat­o il verdetto, accogliend­o in parte la richiesta del pm Beatrice Giunti, che aveva sollecitat­o una condanna ben più pesante a 14 anni di reclusione.

Lei viveva in una casa popolare insieme al figlio, mentre l’ex marito era ricoverato in una Rsa. Massimo Ricci era in libertà vigilata eppure, con la complicità di un altro fratello, avrebbe attirato la donna in una località isolata nel comune di Rufina. La picchiò e la rinchiuse in un pollaio, legandola a una brandina di metallo. La umiliò tagliandol­e i capelli. Lei raccontò di essere stato narcotizza­ta con un cocktail di coca cola e sonnifero. E infine l’avrebbe costretta a firmare una delega che consentiva a lui e alla compagna di ritirare il suo reddito di cittadinan­za accreditat­o su una posta pay. Non solo. L’uomo si trasferì anche a casa della ex cognata, facendo credere che al figlio che la madre non voleva più vederlo. La donna approfittò della distrazion­e del suo aguzzino per fuggire.

Il furto Fu anche costretta a firmare una delega per ritirare al posto suo il reddito di cittadinan­za

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