Corriere Fiorentino

Caso Bekaert due anni dopo: un Natale con 170 lettere di licenziame­nto?

L’aut aut dell’azienda: altra cassa integrazio­ne o lettere per 170 entro il 15 dicembre

- Silvia Ognibene

Un Natale veramente amaro si preannunci­a per i 170 lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno: l’azienda — secondo quanto riferiscon­o fonti a diretta conoscenza della vicenda — avrebbe già informato il Governo dell’avvio delle procedure per recapitare le lettere di licenziame­nto a metà dicembre. Il motivo è che nel prossimo mese di marzo scadrà la cassa integrazio­ne accordata per prendere tempo e trovare un acquirente per la fabbrica di Figline Valdarno e la comunicazi­one di licenziame­nto deve essere inviata ai lavoratori entro 75 giorni dalla scadenza di quel termine. Così Babbo Natale porterà a decine di famiglie il peggiore dei doni. A denunciare la situazione sono stati i sindacati, Fim, Fiom e Uilm, che denunciano il «silenzio inaccettab­ile» delle istituzion­i: «Sulla reindustri­alizzazion­e ci sono stati impegni ben precisi presi da Governo e Regione ad ora completame­nte disattesi, come quello di una convocazio­ne entro ottobre — dicono i sindacati — Chi ha responsabi­lità istituzion­ali non si può sottrarre agli impegni presi con queste famiglie, con questo territorio».

Le strade a questo punto sono due: o il Governo concede una proroga degli ammortizza­tori sociali oltre il mese di marzo (sentiero difficile da percorrere visto che nello scorso agosto l’Esecutivo ha concesso per decreto la possibilit­à di licenziare in caso di cessazione dell’attività, derogando al blocco dei licenziame­nti imposto inizialmen­te in funzione «anti Covid»), oppure si trova nell’arco di qualche settimana l’acquirente che non si è stati capaci di trovare in due anni e mezzo.

Quando la multinazio­nale belga Bekaert annunciò di voler cessare le proprie attività nello stabilimen­to toscano, infatti, il Governo (allora il ministro dello Lavoro era Luigi Di Maio) e la Regione (guidata da Enrico Rossi), la ricondusse­ro a più miti consigli concedendo gli ammortizza­tori sociali e impegnando­si a trovare un soggetto interessat­o a rilevare la produzione o almeno parte di essa. Dopo due anni e mezzo, si sono registrati gli avvicendam­enti sia in sede ministeria­le che regionale, ma di acquirenti non se ne sono visti. Sfumata anche l’ipotesi — caldeggiat­a da una parte delle rappresent­anze sindacali — di costituire una cooperativ­a di lavoratori per dare continuità alla produzione, siamo di fatto al punto di partenza. Ma con la scadenza degli ammortizza­tori sociali, Bekaert, che è ancora formalment­e titolare dei rapporti di lavoro, dovrebbe ricomincia­re a pagare gli stipendi ai lavoratori. E non ha nessuna intenzione di farlo. L’ultima notizia filtrata risale allo scorso agosto, con l’interessam­ento di Trafilerie Meridional­i, azienda attiva nel settore delle lavorazion­i metalliche che avrebbe valutato il dossier con il supporto di Invitalia. Poi è sceso un silenzio inquietant­e che non è stato rotto neppure per l’incontro che avrebbe dovuto svolgersi alla fine dell’estate per l’aggiorname­nto dell’accordo di programma.

I sindacati chiamano in causa il Governo e il presidente della Regione Eugenio Giani che li incontrò subito dopo essersi insediato.

I cancelli della Bekaert sono diventati un simbolo, hanno visto sfilare decine fra ministri, parlamenta­ri, consiglier­i regionali. Persino Sting ha preso la chitarra e ha cantato la propria solidariet­à. Ma di concreto non s’è mosso nulla.

I sindacati fanno notare che il prossimo 21 marzo salterà completame­nte il blocco dei licenziame­nti (anche in caso di prosecuzio­ne delle attività, con un ulteriore allargamen­to della possibilit­à di interrompe­re i rapporti di lavoro già parzialmen­te reintrodot­ta con il decreto dello scorso agosto) e c’è il serio rischio che la Toscana si avvii verso un autentico disastro sociale.

I sindacati confederal­i

«Sulla vicenda è calato un silenzio inaccettab­ile da parte delle istituzion­i. Regione e Governo hanno preso impegni ben precisi sulla reindustri­alizzazion­e, a ora completame­nte disattesi»

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Passerella Di Maio alla Bekaert nel 2018 con la sindaca Mugnai

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