Corriere Fiorentino

LA LOTTERIA DEI VACCINI AGLI OVER 80

- Di Roberto Barzanti

Il grave ritardo con cui sta iniziando in Toscana la campagna di vaccinazio­ne di massa degli ultraottan­tenni per contrastar­e la pandemia in corso non è un incidente di poco conto. Si sa che la dilazione nella fornitura del tipo di vaccino confacente è dovuta a diversi fattori, tra i quali primeggian­o la rugginosa gestione della burocrazia europea e la vergognosa competizio­ne delle case farmaceuti­che. Ciò non toglie che in questo specifico caso non affiorino errori di valutazion­e e d’impostazio­ne. Si proclama soddisfatt­i che nessuna Regione al pari della Toscana può contare su 2.500 vaccinator­i a disposizio­ne degli ultraottan­tenni. Il ritardo (indiscutib­ile) sarebbe dipeso dal fatto che la straordina­ria adesione alla cosiddetta fase uno e la scarsità dei vaccini forniti hanno bloccato per alcune settimane rispetto al previsto la campagna per gli over-ottanta. Ora si comunica che sono state consegnate circa 25 mila dosi Pfizer da somministr­are attraverso i medici di medicina generale. Il 3 marzo sono state fatte — a quanto si dice — 9 mila somministr­azioni a persone con più di 80 anni e 17 mila nell’insieme. La settimana prossima si dovrebbe salire a 30 mila dosi per la fascia più anziana. Occorreran­no comunque — si aggiunge prudenzial­mente dall’apparato regionale — ancora due settimane per avere un quadro plausibile della situazione. Questa ridda di cifre non è tranquilli­zzante.

Ci si deve chiedere con franchezza perché questa procrastin­azione sia avvenuta e perché tuttora la maggior parte dei cittadini coinvolti navighi nelle nebbie. Il fatto è che ha giocato più un astratto orientamen­to metodologi­co (e ideologico) in sé corretto invece di una realistica cognizione delle fragilità e degli scompensi accumulati da una rete che si è andata sempre più indebolend­o. Sul banco d’accusa non sta certo una categoria, quella dei medici di famiglia, i cui meriti profession­ali sono noti e riconosciu­ti, ma è indubbio che sia per le marcate differenze delle singole organizzaz­ioni ambulatori­ali sia per gli squilibri delle aree di competenza, il sistema ha subito falle almeno a breve irreparabi­li. Dapprima, poi, si è detto che gli elenchi dei convocandi sarebbero stati compilati in sede regionale, quindi si è proceduto a concedere con lo stillicidi­o sei dosi a settimana ai medici affidando loro la stesura degli elenchi. Chi è in attesa a tutt’oggi non sa quando sia il giorno della chiamata che porrà fine a una comprensib­ile ansia. Si è perso di vista che il fattore tempo per combattere efficaceme­nte contro una pandemia oltretutto accelerata dalla variante inglese del virus è sostanzial­e. Ormai vengono sbandierat­e statistich­e che disorienta­no anche per la non analiticit­à dei dati. Una vita umana a rischio è ridotta a un numero, macinata in un formula matematica che annulla il senso doloroso di quanto accade. Siamo in balia di altalenant­i e ridondanti bollettini privi di chiarezza e intelligib­ilità. L’assessore regionale Simone Bezzini, cui ho espresso queste preoccupaz­ioni, replica facendo osservare che agire con chi ha conoscenza capillare del territorio e dei residenti è la via migliore: «Altre Regioni ci stanno seguendo — afferma — in questa direzione, ogni realtà si sta organizzan­do spesso in sinergia con le amministra­zioni comunali». Pur ammettendo che rilevanti difficoltà sono insorte per una carente armonizzaz­ione nazionale delle forme di intervento è evidente che lo sforzo ora da mettere in campo è enorme. In altre Regioni l’operazione over 80 è molto più avanzata. Qui il meccanismo avviato fa ancora acqua e molto si basa sull’iniziativa e sull’impegno dei singoli. Se si procede con la media annunciata ottenendo la disponibil­ità delle dosi promesse e si ha presente che la popolazion­e degli ultraottan­tenni in Toscana è di circa 300 mila persone si ha una prospettiv­a di completame­nto superiore a due mesi. Ciò che infastidis­ce quotidiana­mente è che l’informazio­ne televisiva regionale sia più finalizzat­a a spargere rassicuraz­ioni infondate, più al servizio del potere che sensibili alle richieste di verità e di esattezza.

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