Zingaretti dà le dimissioni e il Pd toscano si divide: chi «resta», chi invece tace
Dopo l’annuncio delle dimissioni, parlano solo i fedelissimi del segretario: «Resta»
Qualche incoraggiamento e tanti silenzi pesanti. Il Pd toscano accoglie così l’annuncio delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario nazionale. Solo gli zingarettiani parlano: «Nicola resta e libera il partito dalle correnti».
Il Pd toscano assiste (quasi) in silenzio alle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd. È vero che persino i suoi vice lo hanno saputo dai social, ma passato lo choc iniziale tra i Democratici sono partite a livello nazionale le attestazioni di solidarietà e i commenti. In Toscana molto meno. Pubblicamente non ha parlato la segretaria regionale del Pd Simona Bonafè, che pure lunedì avrebbe in agenda la direzione del partito dove provare a risolvere i contrasti con la componente zingarettiana, minoritaria in Toscana. Ma con il segretario dimissionario rischia di saltare anche questa partita: come dire, senza Zingaretti è difficile parlare con gli zingarettiani. Non ha parlato in pubblico il sindaco fiorentino Dario Nardella né lo ha fatto il governatore Eugenio Giani. Almeno fino a ieri sera.
Tra i pochi a rompere il silenzio l’assessore regionale alla Scuola Alessandra Nardini che giudica le dimissioni di Zingaretti «un gesto doloroso e generoso verso il Pd a cui spero che l’assemblea nazionale risponda chiedendogli di restare», e il consigliere regionale Iacopo Melio, che scrive direttamente a Zingaretti: «Nonostante le difficoltà personali di questi ultimi mesi dovute alla mia convalescenza dal Covid, ho seguito il dibattito che si è sviluppato all’interno del Pd e non posso che rinnovarti la mia stima per il tuo impegno costante nel tenere unito il campo progressista. Non è il momento delle divisioni e delle polemiche, delle correnti e delle tifoserie. Serve — dice Melio — coraggio e speranza per rimettere al centro il futuro e i diritti di tutte e di tutti».
A fianco di Zingaretti scendono in campo anche l’ex presidente della Toscana Enrico Rossi e la deputata Susanna Cenni, responsabile Agricoltura del Pd nazionale. «Il Pd e il Paese hanno ancora bisogno di lui. Nicola — spiega Rossi — è a mio avviso l’unico legittimo segretario del Pd, votato da oltre 1,2 milioni di iscritti ed elettori. Adesso si faccia ogni sforzo per chiedere a Nicola di restare». Cenni aggiunge: «Nicola resti al suo posto e guidi la nostra comunità nei passaggi che saranno necessari, anche per cambiare il Pd ed una degenerazione correntizia distruttiva». E Valerio Fabiani, consigliere di Giani sul lavoro: «Caro Segretario, siamo con te e con la tua battaglia per cambiare il PD e l’Italia». Ma sono appunto tutti messaggi firmati da zingarettiani. Dal resto del partito, maggioritario in Toscana, il silenzio.