«Davide, mi manca la tua spalla»
La commovente lettera di Saponara ad Astori, nel giorno dei tre anni dalla morte
Parole commosse, quelle dell’ex calciatore della Fiorentina Riccardo Saponara. Sulla pagina Facebook «Cronache di spogliatoio», il fantasista 29enne ora allo Spezia ha pubblicato una lunga lettera su Davide Astori, suo compagno di squadra. Un ricordo doloroso, ma anche pieno di tenerezza. «Mi manca la tua spalla. Mi appoggiavo a te come si fa con un fratello maggiore. Eri un leader diverso, oggi saresti molto fiero di me».
Parole col cuore in mano, quelle dell’ex calciatore della Fiorentina Riccardo Saponara. Sulla pagina Facebook «Cronache di spogliatoio», il fantasista 29enne ora allo Spezia ha pubblicato una lunga lettera su Davide Astori.
Un ricordo doloroso, ma anche pieno di tenerezza, dove affronta in prima persona il rapporto con il capitano viola, i suoi insegnamenti sul campo e quel 4 marzo di tre anni fa a Udine: «Davide era arredatore di interni, esperto di cinema di nicchia, cuoco, amante delle serie tv. Un tipo strano per il calcio, ma il mio tipo preferito», si legge nel post, che comincia proprio con il rimpianto di uno spaccato di quotidianità perso. Appunto, la visione di un film: «Penso a La La
Land. Avrei dovuto vederlo con Asto. Una sensazione di privazione. L’ho guardato tante volte in questi anni. Ha un significato speciale per me». Poi un bellissimo ritratto dei momenti passati con il difensore tra partite, spogliatoi, vita: «Mi manca la tua spalla. Mi appoggiavo a te come si fa con un fratello maggiore. Eri un leader diverso».
Dal racconto viene fuori tutta l’umanità dell’amico: «Te lo avevo detto quel giorno: guarda che oggi non gioco. Tu, invece, testardo, mi ripetevi che sarei stato titolare. Lo facevi per me, lo so, ma alla fine il mister mi mandò in tribuna. A volte rileggo quel messaggio, che mi inviasti nel tragitto verso lo stadio: “Sei sulla strada giusta. Continua così”. Sapevi motivare, sapevi riprendere, sapevi quando arrabbiarti, sapevi quando scherzare, e come farlo». Le righe scorrono fino a quella maledetta mattinata friulana: «Io, te e Marco Sportiello eravamo a cazzeggiare la sera prima. Poi vi siete messi a giocare alla Play. Vi odiavo quando urlavate come pazzi incollati a Fifa, quindi me ne andai. La mattina scesi per fare colazione. Vidi le tue scarpe appoggiate fuori dalla stanza di Marco. Se le sarà dimenticate lì ieri sera, pensai. Le tue posate, il tuo piatto e il tuo tovagliolo erano intatti. Strano, eri sempre il primo. Tornai in camera mia. Poi sentii il rumore di un’ambulanza...».
Attimi infiniti di disperazione: «Qualcuno bussò. Era mister Stefano Pioli, in lacrime: Davide non c’è più. Mi abbracciò forte, disperato. Fu in quel momento che mi affacciai al corridoio. Alcuni miei compagni erano a terra, pietrificati. Ricordo di aver sentito le urla di Federico Chiesa. Stava spaccando tutto...». Dopo, i complicatissimi giorni alla vigilia del primo match senza il capitano, contro il Benevento: «Pantaleo Corvino fu sincero: “Io una cosa così non l’ho mai vissuta, non so come la vivrete voi. Per me potete smettere di giocare oggi”. Parlò anche Milan Badelj e lo fece con un discorso ancor più intimo rispetto a quello durante il funerale a Santa Croce...». Saponara riuscirà a piangere soltanto durante la settimana: «Accadde martedì quando entrai in sala pranzo e non c’era nessuna spalla sulla quale appoggiare la mia testa...».
Il Saluto del Capitano a ogni vittoria, il rapporto di fratellanza con tutti i compagni, ma soprattutto una nuova maturità ereditata dal legame con Davide: la lettera è un crescendo di aneddoti e riflessioni che termina con i suoi saggi consigli, messi ora in pratica allo Spezia: «Grazie a te ho capito che il calcio è una parte della vita e che è proprio l’equilibrio fuori dal campo che ti porta ad affrontare con maggiore positività la tua professione. Sai, saresti stato fiero di me. Asto, ti voglio bene».