Corriere Fiorentino

«Ma sulle varianti ancora tante incognite»

Pisa, il professor Menichetti: la pressione sugli ospedali è in netto calo

- G.G.

«Ricoveri fra gli over 80 in netto calo, età media dei contagiati in discesa: è l’effetto vaccini», dice il primario di malattie infettive Francesco Menichetti.

«In reparto si sta attenuando la pressione dei ricoveri, c’è una netta e costante diminuzion­e sia in termini di pazienti ordinari, sia di ricoveri in terapia intensiva. Sembra che si stia iniziando a cogliere l’impatto positivo della vaccinazio­ne dei grandi anziani: i nuovi ricoveri degli ultra ottantenni sono già in sensibile diminuzion­e». A dirlo è il professor Francesco Menichetti, primario di Malattie Infettive all’ospedale universita­rio di Pisa, che commenta anche la flessione dell’età media dei nuovi contagiati e dei decessi.

Professor Menichetti, in ospedale sta calando l’età media dei ricoverati?

«Sì. Non che aumentino i giovani ricoverati, ma si riducono gli ultra ottantenni e, in misura minore anche gli over settanta. È un dato che era atteso e che conferma che la copertura vaccinale riesce ad incidere sulla riduzione della malattia, del ricovero, del decesso, ma probabilme­nte anche dell’infezione».

Una media di 37 anni per i nuovi contagiati non si registrava dal 2 ottobre. È un dato dovuto solo alle vaccinazio­ni o anche alle varianti, che sembrano colpire di più i giovani?

«I tamponi positivi sono sempre meno legati al quadro clinico (vale a dire che cresce la percentual­e di asintomati­ci, ndr), questo è un fatto certo. Il ragionamen­to sulle varianti, invece, ci pone ancora un grande punto interrogat­ivo, le indagini epidemiolo­giche sono ancora troppo piccole e puntiformi per dare sentenze assolute. Ma è ragionevol­e pensare che la mutazione inglese sia ormai largamente prevalente in Italia, oltre l’80 per cento, con una consistent­e rappresent­azione della brasiliana nel centro italia, con punte del 30 per cento e la brasiliana attorno al 5 per cento. Fortunatam­ente la variante indiana è abbastanza limitata».

Non sarà forse la forte contagiosi­tà della mutazione inglese a contenere la diffusione delle altre?

«Non sappiamo se ci sia davvero questo meccanismo. Quel che è certo è che in Italia abbiamo ancora un bacino di attualment­e positivi oltre le trecento mila persone, contro i quindici mila dello scorso luglio. Quindi serve ancora prudenza e puntare sulle vaccinazio­ni. Ancora manca tanto da fare per proteggere gli anziani».

A che punto siamo?

«A livello nazionale, ci mancano da vaccinare cinquecent­o mila ultraottan­tenni, un milione e mezzo di over settanta e quattro milioni di over sessanta. Per questo il calo di ricoveri e di decessi si nota in modo evidente sugli ultraottan­tenni, mentre sugli over settanta si intravede solo qualche piccolo effetto».

Secondo Fabio Voller, dell’Agenzia regionale di Sanità, per fine maggio potremmo vedere un sensibile calo dei decessi. Condivide la prospettiv­a?

«Tutto dipende dalla capacità di completare la copertura vaccinale delle decadi avanzate. C’è stata un’inziale difficoltà, poi un recupero. Sugli over ottanta siamo quasi alla conclusion­e, ma sono ancora preoccupat­o per gli ultra settantenn­i, temo che i numeri non siano ancora adeguati. Non so se siamo riusciti a lavorare efficaceme­nte su di loro. Forse il problema è legato a una difficoltà di accesso alle piattaform­e informatic­he, o almeno lo spero, mi auguro che non si tratti di opposizion­e al vaccino. In ogni caso, serve aggiornare le procedure logistico organizzat­ive: bisogna intervenir­e rapidament­e con una figura di mediazione che non può essere che il medico di famiglia».

❞ Cautela, cautela, cautela L’incidenza delle varianti? C’è un grande punto interrogat­ivo. Quindi occorre avere ancora prudenza, quadro peggiore rispetto a un anno fa

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Prof Menichetti
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Il professor Francesco Menichetti

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