Vannino dov’è?
Dopo i sigilli alla casa tutti lo cercano nel Pistoiese e sul web
«Dov’è finito Vannino?». Se lo chiedono tutti quelli che passano dalla provinciale Pratese, direzione Pistoia o Prato. Ogni città ha i suoi «personaggi» e Vannino qui è «il personaggio». Chi non lo conosce pensi a un Tarzan con barba e capelli bianchi: qualunque sia la temperatura va in giro per Le Querci, frazione a metà strada tra Pistoia e Agliana, a torso nudo e senza scarpe. Dietro l’aspetto tutto sommato burbero c’è una persona che si intrattiene volentieri con chiunque passi dalle sue parti — ma c’è l’obolo della sigaretta — alla quale gli abitanti sono ormai affezionati.
Per questo quando hanno visto le porte e le finestre della sua casa sbarrate e il nastro bianco e rosso ovunque hanno sommerso di telefonate il sindaco di Agliana, Luca Benesperi, per capire cosa fosse successo a Vannino. Anche se Le Querci rientra sempre nel comune di Pistoia, l’uomo, 68 enne, bazzica soprattutto il territorio aglianese. In tanti, invece, hanno chiesto informazioni sui social network, dove in qualche minuto si è diffusa la notizia, falsa, che fosse stato sottoposto a Tso. In realtà l’abitazione — parecchio pericolante, senza luce né riscaldamento — venerdì è stata messa sotto sequestro preventivo. Il provvedimento del Tribunale di Pistoia parla di «attività di smaltimento di rifiuti mediante abbruciamento in mancanza delle prescritte autorizzazioni» che avrebbero portato alla rovina dell’immobile. In realtà sono circa 40 anni che Vannino, sempre ricoperto di fuliggine, brucia di tutto all’interno e in giardino, comprese porte e finestre per scaldarsi. Lui, collaborativo, ha lasciato che gli agenti lo portassero al riparo al Villone Puccini, la residenza socio-sanitaria più grande della provincia di Pistoia, dopo una doccia e un tampone (negativo).
Sulla storia di Alessandro Egidio Gori, questo il vero nome (l’altro è un omaggio al padre), circolano diverse versioni. Guai con la legge, problemi personali. Chi lo ha conosciuto davvero parla di una scelta di vita consapevole, un «ripudio» della sua vita da ragazzo benestante. C’è un episodio centrale, un punto in cui convergono tutti i racconti
❞ L’amica Sul web è partito il tam tam: è morto? Gli hanno fatto un Tso? No lo hanno portato in una Rsa
e che simboleggia la conversione: quella volta in cui ha sfasciato la propria Mercedes con una mazza. Da quel giorno solo bicicletta, con o senza copertoni. Su YouTube è una star, su Facebook sono sorte un paio di pagine dedicate a lui e ora, a Pistoia, non si parla d’altro. È nato pure il movimento #VanninoLibero. Il rispetto è unanime, però la gente si divide: chi propone collette per salvare la sua casa («siamo in tremila qui, con 50 euro a testa ne raccogliamo 150 mila» scrive Giuseppe) e chi ricorda che Vannino non ha mai chiesto aiuto e ha scelto con consapevolezza di vivere fuori dagli schemi.
«Siamo andati a trovare Vannino al Villone — racconta Maria Teresa ai tanti che chiedono informazioni — l’abbiamo trovato fuori che stava fumando. È indignato per il modo in cui la sua casa e la sua vita sono state violate. Ha detto che lì c’è tutto, anche troppo, ma che non ci si sente perché la sua vita è un’altra. Comunque si è rimesso il suo telo e nessuno gli ha imposto di vestirsi».
Siamo andati a trovarlo, è fuori con il suo telo intorno alla vita, ma dice che lì c’è troppo e quella non è la sua vita