Ringhio star
La Fiorentina sconfitta dal Napoli 0-2 anche grazie a un rigore contestato. Ma gli occhi sono tutti per Rino Gattuso, possibile allenatore della prossima stagione. I calciatori salutano Iachini con una maglia («Grazie Beppe») e lui si commuove
Se sia stata l’ultima da avversario, al Franchi, lo scopriremo soltanto vivendo. Ancora qualche giorno e poi, Commisso dixit, la Fiorentina scoprirà finalmente le carte. «A fine campionato parleremo del futuro, allenatore compreso», ha detto infatti nella conferenza stampa di venerdì. E pazienza se non sarà lui in prima persona a fare annunci e presentazioni. Già oggi infatti, il presidente farà ritorno negli Stati Uniti e lì resterà (salvo variazioni di programma) fino ad agosto. Niente ritiro insomma, e niente accoglienza a chi a breve raccoglierà l’eredità di Beppe Iachini.
Quella di ieri, da questo punto di vista, era una partita molto particolare. Una specie di finestra sul domani quando, probabilmente, Rino Gattuso tornerà sullo stesso prato, ma per sedersi sull’altra panchina. E il fatto che nessuno (contrariamente alle abitudini) abbia smentito il contatto diretto tra il mister del Napoli e Commisso suona come la più pesante delle conferme.
Era lui, ieri, l’uomo più atteso. Quello sul quale posavano gli occhi di tutti. E se qualcuno si aspettava un Gattuso diverso, magari «frenato» nei suoi atteggiamenti, o in qualche modo in imbarazzo, è rimasto deluso. Perché Ringhio è Ringhio. Sempre, e a prescindere da tutto. Bastava guardarlo negli occhi. Accesi del solito furore e da quella innata voglia di vincere. E poi le urla, le indicazioni, la grinta (certo) ma anche (per non dire soprattutto) quei richiami continui ai suoi sui movimenti da fare. Fino al botta e risposta con Beppe Iachini.
È successo dopo il 2-0, quando tutta la panchina del Napoli è entrata in campo per esultare, anche se i primi screzi erano iniziati già in occasione del rigore dello 0-1. Il mister viola infatti, non ha gradito l’atteggiamento dei giocatori (e dello staff) azzurro, e l’ha fatto presente a Gattuso. «Tu pensa alla tua di panchina, che io penso alla mia!» la risposta, secca, del suo possibile erede. Due caratteri «bollenti». Due mediani abituati a lottare da giocatori e che, anche ieri, hanno confermato la propria indole.
Tra l’altro, quello, non è stato l’unico momento di tensione. Anzi. Da una parte infatti c’era una squadra obbligata a vincere (il Napoli) per respingere l’assalto della Juventus e difendere la qualificazione alla prossima Champions League. Dall’altra, la Fiorentina, ha dimostrato di avere ancora ben stampate in testa le sei sberle della gara d’andata. Non a caso, Iachini, ha rimandato all’ultima col Crotone qualsiasi tipo di passerella, e ha schierato la miglior formazione possibile.
Aveva chiesto orgoglio Commisso e, tutto sommato, l’ha avuto. Il problema è che tra le due squadre oggi c’è un
abisso. Una voragine tecnica (e di organizzazione di gioco) emersa ieri in tutta la sua evidenza. Soprattutto nel secondo tempo, per la verità, dopo che i primi 45’ si erano chiusi con una traversa (di Insigne) e poco altro. Dopo il rigore poi (per la cui concessione Commisso ha protestato a lungo, in tribuna), non c’è stata più storia. Un altro palo (ancora Insigne), il raddoppio di Zielinski (con deviazione decisiva di Venuti) e, a fine partita, altre scaramucce.
Si è chiusa così, la stagione casalinga ‘20/’21. Ultima tappa: Crotone. Con una certezza. Bene che vada, la Fiorentina, chiuderà il campionato con 7 punti in meno rispetto all’anno scorso. A Gattuso (se davvero arriverà) il compito di riportare la Fiorentina laddove la colloca la storia.