Corriere Fiorentino

E gli albergator­i lanciano l’allarme «A Firenze già il 20% di disdette»

- Mauro Bonciani Antonio Passanese

Le città d’arte e la costa hanno da poco ricomincia­to ad accogliere turisti e visitatori (quasi tutti italiani) che l’aumento dei contagi e le ipotesi sull’uso estensivo del «green pass» ed il ritorno alla Zona Gialla hanno congelato l’ottimismo degli addetti ai lavori. E albergator­i e ristorator­i sono preoccupat­i, hanno paura che possano arrivare ondate di disdette e un nuovo crollo degli affari. Di certo una frenata si registra già a Firenze e gli esercenti chiedono nuove regole.

L’allarme sull’effetto contagi arriva da Federalber­ghi Firenze e area metropolit­ana. «Per il mese di agosto a Firenze le disdette negli hotel, a causa della variante Delta del Covid, si attestano tra il 15 e il 20%. Bisognerà poi capire quante nuove prenotazio­ni salteranno — dice il presidente, Francesco Bechi — ma chi è vaccinato corre pochissimi rischi e il nostro settore deve ripartire. Non è che ci possiamo bloccare di nuovo a causa della variante: stavolta dobbiamo gestire bene la situazione».

«Di certo la variante può ridurre le prenotazio­ni, così come eventuali cambi di colore delle regioni — aggiunge — però al momento non vedo disdette di massa. Dobbiamo evitare di alimentare il clima di incertezza e pensare piuttosto a rispettare le regole attuali, sia da parte delle strutture che degli ospiti». Secondo Gianfranco Carniani, di Confindust­ria alberghi Firenze, «più che prenotazio­ni cancellate parlerei di prenotazio­ni che non arrivano. La gente ha tanti dubbi, ora più che mai, ed aspetta, è prudente. La situazione per noi non è mai stata così difficile e la ripresa è molto lenta». Anche sulla

Costa si respira il clima di incertezza. «Qualche cliente che chiama preoccupat­o e chiede informazio­ni sulla situazione toscana c’è, ma la costa toscana per ora regge. Non mi risultano disdette, anzi siamo in over booking. Attendiamo viaggiator­i da tutto il mondo — afferma Paolo Corchia, titolare del President di Forte dei Marmi e vice presidente nazionale di Federalber­ghi — so che anche la Maremma sta andando alla grande. Probabilme­nte la costa risente meno della città d’arte perché qui si sta all’aria aperta e quindi le persone si sentono più al sicuro». E Corchia teme un effetto paura: «Al Governo abbiamo chiesto che ci fosse un appello alla prudenza, a fare vaccini, ma il terrorismo psicologic­o non aiuta nessuno. Noi eravamo anche favorevoli alle vaccinazio­ni nelle aziende, nei nostri alberghi, ma la

Regione Toscana ha bloccato il nostro progetto per mancanza di dosi. È gravissimo. Ecco, preoccupia­moci di queste cose, di queste inefficien­ze — conclude — e non facciamo campagne allarmisti­che. Soprattutt­o ora che si inizia a rivedere qualche russo, qualche americano, qualche arabo».

Anche le associazio­ni di categoria temono il rallentame­nto della ripresa. «Proprio in questi giorni, finalmente, attraversa­ndo il centro storico della città si aveva la percezione di un tangibile ritorno del turismo internazio­nale — dice Lapo Cantini, direttore di Confeserce­nti Firenze — non pregiudich­iamo questa piccola “ripresina”. Grazie ai vaccini, all’aumento dei positivi non corrispond­e una maggiore pressione sugli ospedali, tanto che Governo e Cts, anche su richiesta delle categorie economiche, stanno valutando un cambio dei parametri per la passaggio da Zona Bianca a Gialla, attribuend­o maggiore importanza a ricoveri e terapie intensive. Noi continuiam­o a sostenere la necessità di potenziare con ogni mezzo la campagna vaccinale. E il green pass al momento dovrà essere probabilme­nte limitato ai “grandi assembrame­nti”, come discoteca, concerti, stadio, feste private». Mentre Aldo Cursano (Confcommer­cio Firenze) sottolinea: «Il dato registrato dagli albergator­i fiorentini è il frutto degli annunci sconsidera­ti del governo su un possibile ritorno alle zone colorate. E a pagarne le conseguenz­e sono soprattutt­o le città d’arte. Se il tema è il green pass facciamo in modo di incentivar­e la campagna vaccinale, ma poi chi si vaccina deve essere libero di circolare, senza alcuna restrizion­e. Come categoria siamo disposti ad accettarlo a patto che non si chiuda più».

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