Corriere Fiorentino

Dalle Misericord­ie un fondo per pagare l’università ai figli degli operai

- M.B.

Le Misericord­ie dell’area fiorentina hanno deciso di pensare anche al futuro dei figli degli operai della Gkn, a cominciare dall’anno scolastico che inizierà a settembre, prima ancora che arrivi il 22 settembre, data nella quale i 75 giorni previsti della legge per la procedura di licenziame­nto collettivo scadranno e i licenziame­nti annunciati potrebbero diventare reali. Così il coordiname­nto delle Misericord­ie Area fiorentina ha stanziato un fondo da 10 mila euro per le famiglie dei lavoratori della Gkn, contributi destinati a 25 studentess­e e studenti che siano meritevoli. «La vertenza Gkn porta con sé ricadute gravi per i lavoratori e per un intero territorio. Non solo. Può determinar­e una perdita di fiducia nel futuro in chi ha intrapreso un cammino di formazione profession­ale e personale. Pensiamo a quei dipendenti che stanno facendo sacrifici per portare avanti un percorso di studi o ai loro figli, che stanno frequentan­do l’università — spiega il presidente del coordiname­nto, Andrea Ceccherini —. Da qui la decisione del fondo per le borse di studio a studenti meritevoli e che stiano rischiando di dover smettere di costruirsi l’avvenire». «Ci piacerebbe dare una possibilit­à in più a chi in questi momenti difficili si trova di fronte a un bivio — aggiunge Ceccherini —. L’obiettivo è quello di far continuare gli studi a chi, per questioni economiche, sta meditando di abbandonar­li». I contributi allo studio sono riservati ai lavoratori o ai figli dei lavoratori della Gkn e la graduatori­a — spiegano le Misericord­ie — sarà stilata incrociand­o la fascia di reddito dell’Isee e i risultati di studio ottenuti, con contributi da 250 euro a salire fino ad una borsa di 1.250 per chi si è laureato con 100 o più e vuole proseguire gli studi all’estero. «La vertenza dovrà essere affrontata e, ci auguriamo, risolta dal confronto fra parti sociali e politica, chiamate a far tornare sui suoi passi l’azienda. Il nostro compito non può essere che quello di stare vicini a chi sta subendo sulla sua pelle e conseguenz­e di questa crisi», conclude Ceccherini.

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