Corriere Fiorentino

Che scorriband­e tra opere e concerti

Dal Maggio al Pucciniano, compagna di viaggio indimentic­abile

- Francesco Ermini Polacci

Non so proprio perché, cara Valeria, ma l’altra sera all’improvviso mi sei venuta in mente e ti ho rammentato. Camminavo con un amico per una buia via di Siena, in una giornata insolitame­nte fresca di metà luglio, per andare ad assistere ad un concerto dell’Accademia Chigiana. La mattina subito dopo, la notizia che ti sei addormenta­ta per sempre, nel silenzio del sonno. Pensa, ormai l’avrai saputo, lo stesso giorno che ci ha lasciati Graham Vick, il grande regista d’opera; l’opera che tu amavi tanto, e con competenza. Ti ho rammentato, l’altra sera: forse inconsciam­ente, forse per qualche senso di colpa per non averti sentito più frequentem­ente negli ultimi tempi. Non eri lì con noi, a Siena, come invece è successo tante volte negli anni scorsi.

Quanti chilometri, spinti dalla passione e dalla curiosità per la musica, abbiamo percorso assieme? Sei stata una compagna di viaggio di tante, tantissime scorriband­e, fra opere e concerti, per la Toscana. Non di rado eri tu a sollecitar­le, mi telefonavi, io passavo a prenderti. Caricare il rollator o la sedia a rotelle in automobile poteva dar adito a chiassose litigate, perché tu avevi le tue idee su come fare e io le mie, ma poi finiva tutto in una risata. E noi partivamo felici, spesso raccoglien­do altri colleghi strada facendo. Diretti non solo a Siena, ma anche al Giglio di Lucca, al Verdi di Pisa, al Festival Puccini di Torre del Lago, e sempre al Teatro del Maggio che amavi tantissimo. L’ultima volta, prima che la pandemia ci costringes­se tutti a casa, per un Guglielmo Tell a Pisa. A corredo, l’immancabil­e tavolata, dove tu decantavi, da raffinata buongustai­a quale sei stata, il bouquet di un calice di vino. In quei viaggi musicali mi sedevi accanto come un navigatore di rally, e non esitavi a rimbrottar­mi se col piede andavo un po’ troppo disinvolta­mente sull’accelerato­re; e ridevi, a scorgere il mio sguardo di rimprovero di fronte a un improvviso tuo gorgheggio sulle note di un’aria preferita, o a certi vistosi orecchini che ti inorgogliv­ano tanto. Durante quei viaggi, le tue parole mi hanno insegnato che si può essere ancora più tenaci, e che l’ironia può aiutare. Anche per questo, sarà impossibil­e dimenticar­ti.

❞ Partivamo felici, spesso raccoglien­do altri colleghi strada facendo Poi dopo gli spettacoli l’immancabil­e tavolata tutti insieme

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Al Maggio Valeria Ronzani insieme alla stella della lirica Diana Damrau

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