Che scorribande tra opere e concerti
Dal Maggio al Pucciniano, compagna di viaggio indimenticabile
Non so proprio perché, cara Valeria, ma l’altra sera all’improvviso mi sei venuta in mente e ti ho rammentato. Camminavo con un amico per una buia via di Siena, in una giornata insolitamente fresca di metà luglio, per andare ad assistere ad un concerto dell’Accademia Chigiana. La mattina subito dopo, la notizia che ti sei addormentata per sempre, nel silenzio del sonno. Pensa, ormai l’avrai saputo, lo stesso giorno che ci ha lasciati Graham Vick, il grande regista d’opera; l’opera che tu amavi tanto, e con competenza. Ti ho rammentato, l’altra sera: forse inconsciamente, forse per qualche senso di colpa per non averti sentito più frequentemente negli ultimi tempi. Non eri lì con noi, a Siena, come invece è successo tante volte negli anni scorsi.
Quanti chilometri, spinti dalla passione e dalla curiosità per la musica, abbiamo percorso assieme? Sei stata una compagna di viaggio di tante, tantissime scorribande, fra opere e concerti, per la Toscana. Non di rado eri tu a sollecitarle, mi telefonavi, io passavo a prenderti. Caricare il rollator o la sedia a rotelle in automobile poteva dar adito a chiassose litigate, perché tu avevi le tue idee su come fare e io le mie, ma poi finiva tutto in una risata. E noi partivamo felici, spesso raccogliendo altri colleghi strada facendo. Diretti non solo a Siena, ma anche al Giglio di Lucca, al Verdi di Pisa, al Festival Puccini di Torre del Lago, e sempre al Teatro del Maggio che amavi tantissimo. L’ultima volta, prima che la pandemia ci costringesse tutti a casa, per un Guglielmo Tell a Pisa. A corredo, l’immancabile tavolata, dove tu decantavi, da raffinata buongustaia quale sei stata, il bouquet di un calice di vino. In quei viaggi musicali mi sedevi accanto come un navigatore di rally, e non esitavi a rimbrottarmi se col piede andavo un po’ troppo disinvoltamente sull’acceleratore; e ridevi, a scorgere il mio sguardo di rimprovero di fronte a un improvviso tuo gorgheggio sulle note di un’aria preferita, o a certi vistosi orecchini che ti inorgoglivano tanto. Durante quei viaggi, le tue parole mi hanno insegnato che si può essere ancora più tenaci, e che l’ironia può aiutare. Anche per questo, sarà impossibile dimenticarti.
❞ Partivamo felici, spesso raccogliendo altri colleghi strada facendo Poi dopo gli spettacoli l’immancabile tavolata tutti insieme