Corriere Fiorentino

«No, subito in classe ma solo con le Ffp2 Cure primarie in crisi»

- G.G.

«Servono meno tamponi ma più mascherine». E in classe i ragazzi devono tornarci subito, «ma solo con le Ffp2, altrimenti faremmo un errore gravissimo». A dirlo è Barbara Baldini, medico di famiglia di Firenze, coordinatr­ice dei medici di famiglia del centro storico e revisore dell’Ordine dei medici. «Sono combattuta, ma credo che non riaprire le scuole sarebbe un errore, per i ragazzi — spiega — Quel che invece dovremmo fare è imparare ad affrontare questa pandemia come un’endemia: di fronte a un virus che si diffonde a velocità impression­ante, con la maggioranz­a delle persone che non presenta quadri clinici gravi, dobbiamo pensare meno ad inseguirlo e più a rallentarn­e la diffusione. A partire dalle buone pratiche, anche a scuola: Ffp2 e igiene delle mani. Il fatto che le regole non prevedano l’obbligo di questo tipo di mascherine in classe è un problema: spero che i genitori provvedano in tal senso, anche in assenza di norme». Per il medico di famiglia, che tra i propri pazienti ha anche diversi ragazzi che vanno alle superiori, andrebbero cambiati i protocolli della ricreazion­e: «Il consiglio che do è di spalancare porte e finestre per areare il più possibile l’aula». Secondo medici di famiglia e medici di guardia, l’ondata di Omicron andrebbe affrontata in modo radicalmen­te diverso. Tanto che un gruppo di 250 giovani dottori da lunedì alzerà «bandiera gialla» con due parole d’ordine: siamo «lasciati soli» e «vorremmo curarti» ma non ci riusciamo. Il simbolo della protesta sarà una coccarda gialla che verrà attaccata alla porta degli ambulatori per segnalare «il collasso della medicina generale assieme a tutte le cure primarie». Baldini spiega il cuore del problema: «Lavoriamo fino a 16 ore al giorno, facendo fino a 7 ore di telefonate, rispondend­o fino a 150 email e facendo fino a 200 ricette, quasi tutte per i tamponi. In queste condizioni riusciamo a fare una decina di visite in ambulatori­o al giorno e rare visite a domicilio. Ma il problema è che sono tutte telefonate legate a questioni burocratic­o amministra­tive, su tamponi, quarantene, difficoltà a uscire dall’isolamento. Facciamo pochissimo i medici nel senso clinico del termine. E quel che è peggio è che quasi nessuno chiama più per altre malattie, che però non sono sparite per magia. Noi medici siamo preoccupat­i per questo». Insomma, «serve semplifica­re e avere meno ostacoli per poterci occupare davvero dei casi importanti, Covid e non Covid — prosegue la dottoressa Baldini — Per questo credo che oggi non dobbiamo bloccare né l’economia, né l’istruzione: meglio evitare cene e rispettare regole semplici (le mascherine, ndr) che chiudere le scuole».

❞ Baldini Centinaia di chiamate tutte per la burocrazia, nessuno telefona più per le altre malattie

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La coccarda segno di protesta di 250 dottori

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