È stato solo un caso?
Allenamenti duri, stanchezza e sottovalutazione della gara Così si spiega la debacle, anche se certi nodi tornano al pettine Italiano chiede la riscossa, già da domani in Coppa a Napoli
La sveglia è suonata presto anche se, in realtà, non ce ne sarebbe stato bisogno. Qualche dirigente infatti, tormentato dai 90’ più terribili della stagione, non ha chiuso occhio per tutta la notte. Mai, quest’anno, s’era vista una Fiorentina così.
In balìa di un avversario che in teoria avrebbe dovuto pagare il conto, tra positivi al Covid recuperati appena in tempo, assenze e quarantene, a un preparazione approssimativa. È successo esattamente il contrario. La sensazione, che ieri trovava più di una conferma, è che la sfida sia stata sottovalutata e, di conseguenza, approcciata male. Per questo ieri Barone e Pradè di prima mattina erano già al centro sportivo. Raggiunti, poco dopo, da un Vincenzo Italiano le cui urla, poi, si sarebbero sentite fin dal parcheggio.
Del resto, chi lo conosce, sa bene quanto il mister odi la sconfitta. Figurarsi dopo una prova del genere. I tre (raggiunti dai giocatori, con Saponara primo ad arrivare) hanno analizzato la disfatta per poi, pur senza voler drammatizzare la situazione, confrontarsi col gruppo.
Perché sia chiaro: la stagione della Fiorentina resta assolutamente positiva, e la classifica ha ancora un bellissimo aspetto, ma certi segnali, per invertire immediatamente la rotta, vanno colti al volo. Spiegare la gara di Torino resta difficile, ma qualche spunto c’è. Prima di tutto la preparazione. La squadra (che non ha cercato alibi) ha saputo quando avrebbe giocato a ridosso della partita e non a caso, venerdì, Italiano aveva concesso un giorno di riposo. A proposito. Ieri c’era chi discuteva questa scelta, ma dallo spogliatoio filtra un gradimento totale per quelle 24 di stacco.
Questo perché al rientro dalle vacanze il richiamo di preparazione è stato molto intenso e si spiegano anche così le gambe apparse pesantissime lunedì sera. Ci sono poi motivazioni tattiche. Come già visto a Verona, la Fiorentina sembra soffrire particolarmente le squadre che pressano a tutto campo, uomo su uomo. In ogni caso, e come sempre, tutto però nasce dalla testa. E contro il Torino è stato soprattutto quell’aspetto a far la differenza. Un caso isolato, forse, anche se la tendenza (due punti nelle ultime tre partite) si era già intuita e alcuni problemi che certo, stavolta sono stati elevati al cubo, erano già emersi nel recente passato.