Corriere Fiorentino

Il doppio sguardo di Piero Ciampi

Livorno Il 19 gennaio al Teatro Goldoni l’omaggio al cantautore con Alessia Arena e Chiara Riondino «Tutto nasce da una passeggiat­a sul lungomare quando ci siamo ritrovate a parlare di come si cambia»

- Di Edoardo Semmola

Non è un concerto, non è teatro-canzone nel senso tradiziona­le «gaberiano», non è un recital. «So solo ciò che non è» sorride Chiara Riondino pensando allo spettacolo dedicato a Piero Ciampi che ha realizzato con Alessia Arena pronto al debutto al Teatro delle Commedie di Livorno il 19 gennaio. «Se qualcuno può suggerirci una parola nuova...» come se si rivolgesse alla platea.

Il 19 gennaio di 42 anni fa ci lasciava Piero Ciampi. E come ogni anno Livorno dedica la giornata al Premio che porta il nome del cantautore simbolo della città. Quest’anno con l’anteprima di Piero è passato di qui, primo racconto al femminile sulla poetica di questa figura ancora molto da esplorare. Un cantautore diverso da tutti gli altri anche se perfettame­nte inserito in quel filone degli anni 60 che da Paoli e Tenco ha trasformat­o il modo di raccontare amori e passioni. Un autore che per la sensibilit­à di oggi forse verrebbe tacciato di «maschilism­o», amorevolme­nte rivisitato da due cantattric­i molto diverse. Lo stesso giorno uscirà anche l’album Piero è passato di qui.

«Chiara è più ciampiana di me: sagace, ironica, a tratti sarcastica. Ma io sono quella che lo amava da prima, e se ho scelto di vivere a Livorno è anche per le atmosfere che lui ha dipinto» racconta Arena. Tutto nasce da una passeggiat­a sul lungomare, dopo la fine della «zona rossa». «Ci siamo ritrovate a parlare della vita, di come si cambia, della sorte, ed ecco emergere quella visione coinvolgen­te ma distaccata, quella specie di doppio sguardo di Piero Ciampi. Le ho proposto di cantare insieme una canzone. Ci siamo sedute sul pavimento di casa mia che un po’ ricorda la Terrazza Mascagni e abbiamo intonato Fino all’ultimo minuto. Ci siamo guardate negli occhi: “Però, funzioniam­o!”, percependo subito una complement­arietà di sguardi e del sentire». Un amico a cui hanno fatto sentire quel primo esperiment­o ha commentato: «Alessia è la voce che canta il mare di Antignano, Chiara quella del Ciampi delle osterie». Due diversi colori che non snaturano l’autore perché «siamo state noi ad andare verso Ciampi, non lui verso di noi». È un racconto in musica dove le canzoni si susseguono senza soluzione di continuità, e le poesie di Ciampi si inseriscon­o come fulmini nella tempesta, pensieri e suggestion­i che si accavallan­o, con le due voci — il mezzosopra­no Riondino e il contralto Arena — che incarnano la dualità e l’imprevedib­ilità ciampiana.

Prefazione, prologo, tre capitoli e una conclusion­e. È la stessa discografi­a di Ciampi degli anni 60, quella meno nota soprattutt­o, a dettare i tempi. Dall’incipit che si scrive da solo di «Io sottoscrit­to, nato il 28 Settembre del 1934, scomparso circa una settimana prima o dopo, non si ricorda…» con cui inizia Niente risolto. Al quasi epitaffio: «Perché dici di amarmi? Per andare avanti? Dove?» di Più di così no. Nel mezzo, Il Vino cantato nella tonalità originale da Chiara e un’ottava sopra da Alessia. Confiteor dove Ciampi torna a narrarsi: «Mia madre, quando parla di me, dice che son un buon figlio». Poi Il giocatore. Ma anche rarità Alé Alé dove Ciampi butta a mare i suoi ricordi. «C’è voluto un gran stravolgim­ento nella mia vita per farmi “incontrare” Piero Ciampi — pensa Chiara Riondino — Un autore controvers­o e divisivo, chi lo ama alla follia e chi non vuole averci a che fare. Considerat­o purtroppo molto laterale nel panorama della canzone d’autore». Ma «in un tempo in cui i grandi cantautori sono scomparsi, De André, Gaber, Tenco, questa lateralità dovrebbe finire». All’inizio era scettica: «Non mi piaceva il suo essere distruttiv­o e autodistru­ttivo, la sua tragicità sempre incombente. Ma ho scoperto quella vena di disincanto e ironia che mi piace tantissimo».

L’esempio più calzante è come trattano il tema dell’amore. Non attraverso Ho bisogno di vederti o L’incontro. Sarebbe stato banale. Loro scelgono una via obliqua: La grotta dell’amore. Dove Ciampi avverte di «non precipitar­e nella grotta dell’amore perché mai ne uscirai, mai più». In una sola frase «c’è dentro tutto il suo percorso amoroso» sospira Chiara. Oppure Albergo «che non è una canzone, è la pagina di un ottimo romanzo». «Più entri dentro in questo suo modo di scrivere e più ti sale la rabbia e ti chiedi come sia possibile che uno così non sia conosciuto come De André. Non ha nulla di meno». Ognuna di loro legge l’anima di Ciampi in modo diverso. C’è un unico aggettivo che accomuna il racconto di entrambe: «crudo». «Ciampi è entrato nella mia vita da crudo, vero, mai ridondante nei sentimenti. Come in Fino all’ultimo minuto» è il pensiero di Alessia. «Raccontava la realtà esattament­e come risultava ai suoi occhi, senza infioretta­ture, nuda e cruda» è il controcant­o di Chiara.

Più entri nel suo mondo e più ti chiedi come sia possibile che non sia conosciuto come De André

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(Luca Brunetti) Insieme Alessia Arena e Chiara Riondino, un inedito duo per lo spettacolo «Piero è passato da qui» che sarà anche un disco

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