Spariti, nascosti, promossi: cosa fanno ora i condannati?
ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) Il capitano Francesco Schettino è in carcere a Rebibbia da 4 anni e mezzo (e dovrebbe restarci per altri 12 anni) ma dove sono finiti gli altri responsabili del disastro? Che fine abbia fatto Jacob Rusli Bin, il timoniere indonesiano che quella notte era nella plancia della Concordia, nessuno lo sa. Eppure lui fu tra quelli che il 20 luglio 2013 ricevettero una condanna dal tribunale di Grosseto che accolse i patteggiamenti richiesti per il naufragio della Costa Concordia. Era accusato di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose: un anno e 8 mesi. Sparito dall’Italia e poi rintracciato dai carabinieri, dopo il processo è tornato a essere fantasma. A Roberto Ferrarini, all’epoca capo dell’unità di crisi di Costa Crociere, fu inflitta la pena più grave: 2 anni e 10 mesi di carcere. Ferrarini negli ultimi anni ha fatto carriera in Costa diventando vice presidente «Port operations Mediterranean». Nel 2019 ha firmato per il colosso genovese un protocollo che «sostanzia ulteriormente il nostro impegno verso la progressiva riduzione dell’impatto ambientale delle nostre navi». Silvia Coronica, altro ufficiale in plancia condannata a un anno e sei mesi, per anni non ha più voluto riprendere il mare. Costa le aveva pagato lo stipendio fino alla fine del suo contratto e poi lei era uscita dalla compagnia genovese. Fino a quando non ha trovato lavoro in una piccola compagnia marittima nel Nord Italia. Ciro Ambrosio, ufficiale in plancia condannato a un anno e 11 mesi, è invece diventato un collaudatore ma è uscito dalla Costa. L’hotel director della Concordia, Manrico Giampedroni, prima celebrato come un eroe ma poi condannato a due anni e due mesi per la gestione dell’emergenza, ha continuato a lavorare in Costa dove ora è commissario capo. E gli inquirenti? Se il procuratore Francesco Verusio è andato in pensione, i magistrati di quel pool hanno continuato a lavorare in Procura: Mariella Navarro dirige la magistratura di Grosseto, Stefano Pizza è sostituto a Roma mentre Alessandro Leopizzi è diventato uno dei direttori generali del Ministero della Giustizia.