Per la Fiorentina l’occasione di rifarsi dopo il k.o. di Torino
Il calcio non è come la vita dove, secondo qualcuno, «chi va piano va sano e va lontano». Nel calcio «chi va piano, perde». Parola di Vincenzo Italiano e bastava guardarlo in faccia, ieri, per accorgersi di quanta rabbia avesse dentro. Troppo brutta la Fiorentina di Torino. Troppo fresca, la ferita, per pensare di averla dimenticata. E poi, forse, non è nemmeno il caso di buttarla alle spalle. Meglio tenerla lì, sul comodino. Una lezione da imparare a memoria, sperando che prestazioni del genere non si ripetano più. L’occasione per rispondere, comunque, arriva subito.
Contro il Napoli (fischio d’inizio alle 18), al Maradona, in una gara (secca, con supplementari e rigori in caso di parità) che può valere il passaggio ai quarti di finale di Coppa Italia dove, ad attendere la vincere di oggi, c’è l’Atalanta, che proprio ieri ha eliminato il Venezia. «Penso che i ragazzi siano consapevoli della brutta figura fatta — spiegava ieri il mister viola — e abbiamo subito l’opportunità per dimostrarlo». Non ha cercato scuse, il tecnico, e due giorni dopo ancora non si dava pace per quanto successo lunedì sera. «È stata una cosa inaspettata — ha ripetuto dopo averlo detto anche a caldo — abbiamo perso tutto quello che pensavo avessimo acquisito». Cattiveria, aggressività, ritmo. Questo è stata, fin dall’inizio, la sua Fiorentina. Una squadra che invece, contro la banda di Juric, è parsa totalmente smarrita. Per qualcuno, alla base c’è (anche) una perdita di contatto con la realtà. Come se aver iniziato a parlare apertamente d’Europa avesse fatto perdere al gruppo la giusta umiltà. «Forse tutti