Il Patto del Tour per conquistare il Pd «Classe dirigente nuova dalla A alla Z»
Al Teatro del Sale il ticket Nardella-Bonaccini. Il sindaco: questo impegno non toglierà tempo a Firenze
Dietro la bandiera del Pd, davanti una bicicletta da corsa nera, bellissima: sul palco del Teatro del Sale viene siglato così il «Patto del Tour» tra Dario Nardella e Stefano Bonaccini, con il sindaco di Firenze che non corre da segretario e sarà alla guida della mozione del governatore emiliano. «La bici rappresenta uno dei primi progetti a cui abbiamo collaborato insieme: la grande partenza del Tour de France da Toscana ed Emilia. Le nostre terre sono unite dalla grande tradizione del ciclismo — ha spiegato Nardella — Anche per il congresso Pd si parla sempre di gare, salite, tornanti, curve e discese... Chissà che questa bici non ci porti fortuna».
Per il sindaco oggi un ruolo di peso nella campagna per il congresso, domani se Bonaccini sarà il successore di Enrico Letta, un ruolo di peso in un Pd «con una classe dirigente nuova, che parta dai territori» e che eviti altre scissioni: «Non ho mai usato la parola rottamazione, neppure quando andava di moda: non dobbiamo mandare via nessuno dal Pd, anzi abbiamo bisogno di far venire in questo partito tanta gente che se n’è andata — ha sottolineato il governatore — Non si tratta di mandar via nessuno, ma serve una classe dirigente nuova perché veniamo da troppe sconfitte».
«Mi sono sentito rappresentato da una leadership come quella di Bonaccini e ho accettato il progetto che mi ha proposto: il cambiamento di tutto il gruppo dirigente, dalla A alla Z — ha sottolineato il sindaco — L’idea, spiega, è quella di costruire un partito dove non comandino le cordate di potere, ma dove siano riconosciuti i territori e la loro forza».
In prima fila ad ascoltare i due — look informale per entrambi, maglioncino per il sindaco, giacca senza cravatta per il governatore — ci sono Eugenio Giani, che ha atteso Bonaccini e Nardella sulla porta del Teatro del Sale, la segretaria regionale Simona Bonafè, il neo parlamentare Federico Gianassi, gli assessori Cecilia
Del Re, che venerdì ha fatto un endorsement pubblico per Bonaccini, e Sara Funaro. In sala consiglieri comunali e regionali, come Cristina Giachi e Andrea Vannucci, il segretario cittadino Andrea Ceccarelli, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, l’assessore di Palazzo Vecchio Maria Federica Giuliani, franceschiniana, mentre non si è visto l’assessore Andrea Giorgio, esponente della sinistra del partito In sala anche qualche ragazzo, l’ex dalemiano Osvaldo Miraglia che da tempo dà una mano a Nardella, ma soprattutto giornalisti come ovvio in una conferenza stampa, anche se Bonaccini ha parlato come se fosse ad un comizio.
Nardella nega che il suo sia un passo indietro. «Non ho cambiato idea, non ho mai detto che mi candidavo — ha affermato — Molti di coloro che mi hanno sostenuto mi hanno chiesto perché non sono andato avanti. Ho fatto una scelta di coerenza perché i nostri destini vengono dopo rispetto ad un progetto, ed ho trovato dentro di me le ragioni della scelta di sostenere Bonaccini e di fare confluire le mie idee, il mio tempo e la rete di rapporti che abbiamo costruito nel progetto con cui si candida alla segreteria del Pd. Stefano Bonaccini è una persona in cui credo e che stimo. Saprà costruire una squadra vincente perché vogliamo vincere». Il governatore ha insistito sulla «squadra plurale», ha annunciato che Nardella lavorerà ad un appello di sindache e sindaci per la mozione di cui sarà coordinatore nazionale — «Chiamerò anche i sindaci civici», ha detto Nardella — e che si parlerà di alleanze solo dopo il congresso, dopo aver deciso a chi parlerà il Pd. «Qui non ci sono renziani. I renziani senza Renzi non sono renziani. Poi ognuno ha preso la sua strada, noi siamo qui e ci battiamo perché cresca il Pd — ha aggiunto il sindaco — Noi ora siamo una squadra, c’è un capitano, che è Bonaccini, ognuno di noi metterà a disposizione il tempo che può per seguire il partito perché c’è una leadership collettiva. Non ci sarà nessun problema a guidare il Pd con presenza, costanza e dedizione. Senza togliere spazio e tempo al mio incarico istituzionale per cui sono stato eletto. Se devo trovare un’ora in più la troverò, senza che questo vada a sfavore della mia città». Bonaccini ha concluso con un altro richiamo agli amministratori: «Nel nuovo Pd chi vince nei territori, non starà in panchina». E per il coordinamento regionale della mozione si prefigura un altro tandem: Antonio Mazzeo per Bonaccini, Federico Gianassi per Nardella.
Bonaccini
Non ho mai usato la parola rottamazione neanche quando era di moda: nessuno va mandato via, anzi vogliamo far tornare molti
Nardella
Non ho cambiato idea, non ho mai detto che mi candidavo Qui non ci sono renziani, i renziani senza Renzi non sono renziani...