Migranti, il fronte del no al Cpr Dalla Cgil all’Arci, fino a Falchi
«La Toscana terra di accoglienza». Il sindaco di Sesto contro il sì dei capoluoghi
L’ipotesi di un centro per le espulsioni degli immigrati irregolari avanzata dal prefetto di Firenze Valerio Valenti e avallata da tutti i sindaci delle città capoluogo della Toscana provoca la reazione contraria al Cpr (centro di permanenza e rimpatri) da parte di associazioni, partiti di sinistra, sindaci, organizzazioni che si occupano di migranti.
In una nota congiunta, Anpi, Arci, Cgil e Libertà e Giustizia Firenze tuonano: «No a un Cpr in Toscana: qui siamo terra d’accoglienza. Si investa piuttosto sull’integrazione, senza riproporre soluzioni già fallite». «Aprire un centro in cui finiranno quasi esclusivamente persone senza documenti e richiedenti protezione, perché questo avviene nella maggior parte dei casi, è intollerabile — proseguono — Inoltre prevedere di togliere la libertà personale, senza alcuna condanna, è un ulteriore errore, che mina la nostra convivenza civile. Siamo convinti che le risorse a disposizione sul tema immigrazione sarebbero meglio spese per costruire percorsi di accoglienza e integrazione».
Nell’idea del prefetto Valenti, il Cpr toscano sarebbe piccolo, al di sotto dei 50 posti, mentre per i sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, deve essere assicurata la brevissima permanenza degli irregolari, perché non si trasformi in un centro di detenzione. Ma le reazioni contrarie arrivano anche da 16 associazioni del Terzo settore che fanno parte di Ang, l’Accoglienza non governativa: «In Italia i centri di detenzione amministrativa per persone migranti esistono da oltre 20 anni: nati con la legge Turco-Napolitano come Cpt, trasformati in Cie dagli allora ministri Bossi e Maroni, sono stati infine ora rinominati Cpr — dicono — Ma ancora si documentano storie di quotidiani orrori e di diritti negati a persone fragili, private della loro libertà solo perché prive di documenti
Dal terzo settore «Sono 20 anni che non funzionano e ancora si documentano storie di quotidiani orrori»
di soggiorno». E se la Prefettura fiorentina sostiene che oggi il 57% dei migranti che compiono reati proviene da Paesi con cui ci sono accordi bilaterali per il rimpatrio, la rete di Ang incalza: «Il Cpr è lesivo dei diritti fondamentali e inutilmente costoso, visto che da oltre 20 anni questi centri non hanno neppure garantito il raggiungimento dell’obiettivo per cui erano nati, i rimpatri».
A dire di no è anche il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, che si dice sorpreso dalla posizione dei sindaci delle città capoluogo e spiega: «Sono profondamente in disaccordo, così come credo lo siano molti altri colleghi sindaci: i Cpr non funzionano e mostrano drammatiche carenze riguardo al rispetto dei basilari diritti delle persone». Contraria Sinistra Civica ecologista: «La proposta è semplicemente irricevibile. Desta inoltre grande preoccupazione il possibile consenso che alcuni sindaci della Toscana avrebbero dato».