Corriere Fiorentino

Il vino italiano va negli Usa in barca a vela Le prime mille bottiglie in viaggio, green

Il carico della Bencienni a New York in 20-25 giorni: il sogno è seguirne uno in mare

- Aldo Fiordelli

le navi cargo e di solo una settimana circa più lungo rispetto al traffico aereo.

A spiegarlo è lo stesso Alessio Piccardi, titolare della Bencienni srl, società di logistica del vino e appassiona­to velista. «I cargo oggi viaggiano lenti per risparmiar­e carburante e hanno rotte più complesse, ma soprattutt­o quando arrivano a destinazio­ni come Port Elizabeth, uno dei più grandi terminal di tutta la Costa Est del Nord America, vanno in coda allo sbarco delle merci. Occorrono giorni perché il vino possa essere liberato. L’aereo è ovviamente più veloce ma a destinazio­ne ha lo stesso effetto imbuto dei grandi terminal navali. Invece la barca a vela scarica la merce con priorità». I costi, sempre secondo l’imprendito­re toscano, sono gli stessi. Si tratta però di un trasporto «B to C», al cliente finale, ovvero di quantità minori rispetto al tradiconta­iner previsto per rifornire il distributo­re di una cantina da un continente all’altro. Il carico partito il 10 novembre è di tre pancali, circa mille bottiglie. Sono i vini che il wine club di Rimessa Roscioli a Roma invia ai propri associati negli Stati Uniti.

Ma Piccardi fa sapere che per aprile ha già opzionato tutta la barca per l’equivalent­e di diecimila bottiglie già in direzione dei magazzini della società toscana nel Valdarno: «Il container rimane uno strumento indispensa­bile per le grandi cantine e la loro distribuzi­one. Ma dietro all’americano che acquista un cartone o due di vino in Italia e lo spedisce a casa negli States, ci siamo noi. Noi abbiamo dato supporto al boom del turismo del vino. Noi abbiamo costruito la logistica dietro al fenomeno dei wine club». La Bencienni srl che controlla anche la società di promozione Fieramente e che a Firenze organizza l’Anteprima del Chianti Classico alla Stazione Leopolda è esplosa infatti con la pandemia. Nel 2018 fatturava 3 milioni, diventati 5 e mezzo nel 2021 e 11 quest’anno. L’idea di utilizzare un mezzo a emissioni zero è venuta per la necessità di far fronte alle richieste di trasporto col crescente aumento dei costi per l’energia, ma anche per una sensibilit­à rispetto all’ambiente e al prodotto trasportat­o. Nel mondo del vino esiste anche un problema di coerenza tra prodotto naturale, biologico e biodinamic­o e trasporto su nave, su gomma o per via aerea con imballi di polistirol­o (ovvero di plastica) e conseguent­e elevato dispendio di emissioni. «Meglio di questo c’è solo il sogno di accompagna­re un carico durante la traversata».

Piccardi

I cargo viaggiano lenti per risparmiar­e carburante e quando arrivano vanno in coda allo sbarco delle merci Invece la barca a vela scarica la merce con priorità

 ?? ?? Al lavoro Gli operai con le bottiglie di vino imballate
Al lavoro Gli operai con le bottiglie di vino imballate

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy