Corriere Fiorentino

Lacrime serbe

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Tanto gossip, fake news, gli errori di Milenkovic e la scarsa forma di Jovic: i viola e il flop Mondiale Saranno a Firenze il 12, con loro Italiano dovrà lavorare anche dal punto di vista mentale

È sempre questione di punti di vista. Ci saranno quelli che «bene così, almeno torneranno prima» e quelli che, al contrario, «era meglio se fossero andati avanti perché sarebbero tornati felici e carichi di entusiasmo». La realtà è che son buone tutte e due le teorie e che, come sempre, sarà il campo ad emettere la sentenza. Di certo c’è che per Luka Jovic e Nikola Milenkovic quello in Qatar è stato un Mondiale tutt’altro che indimentic­abile e che, almeno per un po’, si porteranno dentro una profonda delusione.

Del resto, erano in molti ad immaginare un percorso ben diverso per la Serbia. Perché veniva da un percorso nelle qualificaz­ioni praticamen­te perfetto, perché poteva contare su dosi massicce di talento e perché, il girone, non sembrava impossibil­e. Ma nel calcio, si sa, la teoria conta zero e il campo, per i due giocatori viola, ha raccontato una storia completame­nte diversa. Tre partite, due sconfitte (contro Brasile e Svizzera), un pareggio (con il Camerun) e tanti saluti. Nel mezzo, un ritiro scosso da gossip, tensioni e voci che nulla avevano a che fare col calcio. Una di queste, tra l’altro, ha coinvolto in prima persona Luka Jovic.

Una fake news di pessimo gusto secondo la quale il suo compagno Nemanja Gudelj avrebbe avuto una relazione con la moglie dell’attaccante della Fiorentina. Spazzatura, che ha però reso ancor più amara l’avventura di Luka. Arrivato

in ritiro con la speranza di potersi giocare una maglia da titolare (così era stato nell’ultima amichevole) l’ex Real Madrid è rimasto (quasi) sempre in panchina. Giusto 35’ nell’ultima partita con la Svizzera, nei quali ha si è visto poco o nulla, e stop. Nelle prime due gare infatti, con Brasile

e Camerun, Jovic non è nemmeno entrato.

Un bel problema per Vincenzo Italiano che con lui, oltre che sull’aspetto mentale (da sempre il tallone d’Achille di Luka) dovrà preoccupar­si anche della questione atletica. Il numero 7 infatti veniva da qualche acciacco e, dopo essere uscito per infortunio nella partita del 17 ottobre scorso col Lecce, è partito dall’inizio soltanto in altre due occasioni. Contro lo Spezia (match nel quale è rimasto in campo per 77’) e contro la Samp quando però, uscì dopo soli 45’. Poi, nelle ultime due gare (con Salernitan­a e

Milan) giusto due manciate di minuti. Non solo. Per ritrovare una sfida giocata per intero da Jovic, bisogna tornare addirittur­a al 10 di ottobre, con la Lazio.

Alla ripresa insomma, mister, staff e giocatore, dovranno ripartire non da zero ma, comunque, da una condizione tutta da valutare. Discorso diverso, ma non certo migliore, per Milenkovic.

Nikola infatti al Mondiale ha giocato 90’ in tre partite su tre ma, dopo l’esordio da applausi contro il Brasile (ma tutti lo ricorderan­no solo per l’intervento che è costato l’infortunio a Neymar), con Camerun e Svizzera è stato spesso responsabi­le dei tanti, troppi gol presi dalla Serbia. Se qualche top club voleva vederlo all’opera a livello internazio­nale prima di (ri)presentars­i alla porta della Fiorentina insomma, dovrà forse aspettare prove più convincent­i. Per entrambi comunque, sarà importante staccare la spina, ricaricare le pile, per poi ripresenta­rsi ripuliti da scorie alla corte di Italiano. L’appuntamen­to è tra una decina di giorni visto che, il mister, li aspetta a Firenze per lunedì 12 dicembre. In tempo per mettere nelle gambe tre settimane piene di lavoro e qualche amichevole, prima della ripresa del campionato fissata per il 4 gennaio. Con un obiettivo: trascinare i viola in Europa, e dimenticar­e il Qatar.

Matteo Magrini

Non è ancora un Pisa da 10, inteso come risultati utili di fila: ne manca uno solo per raggiunger­e la doppia cifra, da ottenere oggi a Bari (ore 15), contro una squadra con 4 punti in più (22 a 18) e in piena zona playoff, dove i nerazzurri intendono irrompere quanto prima. Se dovessero mantenere la media di 2 punti a gara con cui stanno viaggiando dal ritorno di Luca D’Angelo, sarebbe solo una questione di tempo.

Con il nuovo-vecchio tecnico in panchina, il Pisa ha conquistat­o 16 punti in 8 partite, con 4 vittorie e altrettant­i pareggi. E in 5 di queste ha realizzato almeno 3 gol: un dato che contribuis­ce a fare dell’attacco nerazzurro il secondo della serie B (24). Con Rolando Maran, invece, i punti erano stati appena 2 in 6 turni. Il

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(Ferrari/ LaPresse) Sconfitta Nikola Milenkovic colpisce di testa durante SerbiaSviz­zera finita 2-3
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