Macbeth e una canzone all’improvviso
Un’amica incontrata per strada gli chiese come stava la sua compagna. «Bene. Mi ha lasciato» rispose Daniele. «Vieni da me che stasera è pieno di donne» propose l’amica allegramente. Era vero. Soprattutto c’era Antonella, a cui piacque l’atteggiamento di lui: scontroso ma gentile. Con la forza della mente lo guidò in una stanza vuota e lo bloccò in un angolo per parlare meglio. Daniele aveva uno sguardo espressivo ma vago, lei fu colta dal dubbio che non seguisse il discorso e alzò un po’ il volume della voce. Lui ha orecchio sensibile e disse: «Non facciamo gli asociali. Torniamo di là». Lei pensò: non gli interesso proprio. Si rividero per caso nel cortile di Palazzo Strozzi. Lei era in coda per una mostra, lui vagava in cerca di qualcosa di indefinibile. Antonella con gesto sicuro lo intercettò: «Vieni a vedere la mostra?». «Non posso. Mia sorella ha buttato la pasta». Quest’uomo non sembra proprio ossessionato da me, ha perfino inventato una scusa di poco conto, pensò lei. Poi però lo guardò meglio e notò che questa volta era un po’ dispiaciuto di allontanarsi da lei. Pochi giorni dopo eccoli al cinema a vedere il Macbeth di Kenneth Branagh. Erano in compagnia di altri amici. Lei ne spostò uno di peso per sedersi accanto a Daniele. Lui era
ammaliato dalle sue osservazioni, si accorse che era intelligentissima. Provò gioia. Ma anche inquietudine: sembrava che Antonella avesse letto il Macbeth almeno quindici volte. Tornato a casa Daniele mise da parte L’uomo ragno e lesse tutto Shakespeare in quattro giorni saltando le note. Quando si sentì pronto fissarono un nuovo appuntamento. Lui non fece in tempo a esibire tutto quello che riteneva di aver imparato perché divampò la passione del sentimento e il sentimento della passione. Da allora, con alti e bassi, sono stati sempre insieme. Lei ha un carattere forte e tende a desiderare e a decidere con la massima chiarezza. Lui ha un mondo interiore ricco e a volte per quanto riguarda gli avvenimenti esterni sembra passivo. In realtà coltiva una sua arte della vita. Se lei propone «Andiamo nel tal posto?» Lui (nel caso che il posto non gli piaccia) non dice no. Si finge morto. Tace, inerte, con lo sguardo che non vede. Quando il progetto è sabotato rinasce. Anche questa è azione. Azione nascosta. Una volta lei propose: «Andiamo a camminare?» E lui fermo, zitto, assorto in una meditazione trascendentale: restarono a casa. Una delle prime volte che Antonella andò a casa di Daniele vide una tastiera e chiese: «E questa?» «Questa? Niente» rispose lui vaghissimo. «Come niente. È qualcosa». Poi un giorno lo sentì suonare una canzone delicata che stava inventando precisamente per lei. Diceva: «Quando sto con te passeggio anche se restiamo a casa».