NÉ POTERE NÉ GRANDI VISIONI
Dalla politica ambientale (nonostante che il cemento avanzi e conquisti terreno) ai progetti del Pnrr per cui Firenze rappresenta «un modello che adesso potrebbe essere esportato altrove, anche all’estero». Domani Nardella farà il punto sui progetti fiorentini del Pnrr e forse capiremo se Firenze è davvero un modello. Il Corriere Fiorentino nei giorni scorsi ha raccontato che dei quasi 3 mila progetti toscani solo per meno di 600 è partito l’iter: «La Toscana è una delle Regioni più virtuose (e figurarsi, ndr), ma alle attuali condizioni sarà molto difficile portare a casa tutte le opere previste», ha dichiarato il governatore Eugenio Giani. Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Luigi Salvadori ha spiegato che «il Pnrr è stato concepito a livello europeo per Paesi normali, ma l’Italia non lo è. Con questa burocrazia i tempi stretti sono uno scoglio difficile da superare». Insomma l’aria che tira non è buona. Il Piano nazionale ripresa e resilienza approvato nel 2021 per rilanciare l’economia dopo la pandemia rischia così di rivelarsi un altro libro dei sogni. Un’occasione perduta, il ritorno alla normalità dei rimandi, della burocrazia imperante, dell’assenza di visione. La piccola Italia, la piccola Toscana, la piccola Firenze. C’è tempo — poco, ma c’è — per scongiurare il salto all’indietro. Domani parlerà Nardella, il 9 dicembre scadrà il temine fissato da Giani perché la Snam indichi dove finirà, fra tre anni, il rigassificatore di Piombino. Intanto scoppia la polemica per il gassificatore di Empoli mentre Prato e Sesto avversano l’ipotesi della nuova pista di Peretola, così come definita da Giani con i Comuni interessati nei patti del cacciucco e della bistecca. Ci vuole evidentemente ben altro per stabilire un comune denominatore nella Toscana dei troppi campanili e della frammentazione dei partiti. Che non hanno mai avuto una visione unitaria della Toscana, ma fino a qualche anno fa la sinistra poteva comporre difficili equilibri tra territori e parti sociali, muovendo le leve del potere. Senza il quale anche i migliori sogni rischiano di risultare velleitari.
Mario Lancisi