Tra mosaici e capitelli dentro la Basilica della Natività
Video e immagini raccontano il restauro del monumento più simbolico della cristianità
Un finanziamento di 12 milioni di dollari, 10 anni di lavori, 400 restauratori. Ed eccola nella sua originaria bellezza la Basilica della Natività di Betlemme: ritornata al suo splendore, da oggi al 18 dicembre all’Istituto degli Innocenti, in un racconto per immagini e video nella mostra itinerante Bethlehem Reborn: Le Meraviglie della Natività, curata dal palestinese Taisir Hasbun e voluta da «Fondazione Giovanni Paolo II».
L’itinerario inizia dalla grotta venerata dai primi cristiani, prosegue nell’età dell’Impero bizantino, passa in rassegna il lungo periodo di abbandono del luogo dove per i cristiani tutto ebbe inizio, per arrivare allo storico accordo siglato dall’Autorità nazionale palestinese. Un impegno delicatissimo e non solo per le ingenti risorse economiche ma anche per il quadro politico e diplomatico e per mettere d’accordo le tre comunità religiose responsabili della Basilica, ovvero il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, i francescani della Custodia di Terra Santa e il patriarcato armeno di Gerusalemme.
A vincere il bando per il restauro è stata la ditta pratese
Piacenti, che è intervenuta con 64 container e maestranze qualificate. L’archeologo Alessandro Fichera racconta: «Durante i lavori di restauro sono riemerse porzioni di affreschi cancellate dal tempo, il capitello di una fonte battesimale e lampade a olio di epoca costantiniana». A latere della rassegna un calendario di incontri rivolti ai giovani, mentre il 10 dicembre, in Sala Brunelleschi (ore 17) si svolgerà il concerto a ingresso gratuito Oltremare del gruppo italo-palestinese Maram Oriental Ensemble.