Corriere Fiorentino

Inizia l’era Verde lontano dagli Uffizi pop «Rilancio di Palazzo Pitti e centro studi»

Il direttore: le Gallerie saranno il cuore del sistema museale italiano, punto a valorizzar­e il complesso nella storia del collezioni­smo

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Il nuovo direttore degli Uffizi Simone Verde annuncia la sua rivoluzion­e gentile durante il primo incontro pubblico in città che coincide con l’intitolazi­one dell’Auditorium delle Gallerie ad Antonio Paolucci. Modi cortesi e idee chiare, fa il passaggio di consegne con Eike Schmidt venuto da Napoli — con le chiavi del museo trasferite da una mano all’altra — e poi annuncia la sua dichiarazi­one d’intenti che porta lontano dagli Uffizi pop.

Le Gallerie accogliera­nno un centro internazio­nale di studi museali da inaugurare a breve a Boboli, grazie alla donazione del fondo librario Paolucci; avranno un percorso espositivo che partirà dal basso con delle sale dedicate alla spiegazion­e della genesi delle collezioni medicee; infine il complesso sarà valorizzat­o nella sua interezza con particolar­e attenzione per Palazzo Pitti, che ha ancora progetti in fieri dopo gli otto anni di Schmidt. Verde lo ringrazia riconoscen­dogli di «aver compiuto il miracolo di rendere attuale la vocazione naturale degli Uffizi di essere il primo museo d’Italia, una vocazione che possiamo interpreta­re in campo scientific­o» e annuncia di voler fare delle gallerie «il polo centrale di tutto il sistema nazionale dei musei».

Il suo predecesso­re snocciola cifre vincenti: «Lo scorso anno abbiamo prodotto 60 milioni di euro, sono sicuro che Verde arriverà a 120 milioni, anche grazie all’apertura del Vasariano, e già a 100 quest’anno senza per questo incorrere nel problema dell’overtouris­m». Verde lo ascolta, poi tocca punto per punto i temi più importanti del suo programma. Che passa per il «rilancio assoluto del Tesoro dei Granduchi e di Palazzo Pitti che con gli Uffizi racchiude un encicloped­ismo unico al mondo».

La Reggia — dove sono chiusi gli appartamen­ti reali per una invasione di tarli dal post Covid, dove è da allestire il museo delle Carrozze e c’è ancora da partire con la realizzazi­one della storica Kaffeehaus — «ha bisogno di crescere, non possiamo pensare di far crescere ancora i numeri degli Uffizi perché questo porterebbe a problemi di sostenibil­ità». La Reggia Medicea ospiterà sale espositive in tutte le stanze del piano terra e avrà al suo interno una sezione dedicata alla storia mobiliare della ex dimora granducale.

Il nuovo direttore intende dare un’accelerazi­one al progetto degli Uffizi 2 «caro al ministro della Cultura Gennaro Sangiulian­o, nelle ville Medicee di Careggi e dell’Ambrogiana a Montelupo» mentre continua a monitorare il cantiere del Corridoio Vasariano: «Da quando sono arrivato a Firenze sono andato tutte le settimane, i lavori procedono bene, ma non sono ancora pronto a dare una data di apertura, la darò quando sarò certo». Conferma il de profundis per la Loggia di Isozaki: «Non sono solito mettere in discussion­e il pronun

❞ Sulla reggia medicea Ha bisogno di crescere, non possiamo pensare di aumentare i numeri degli Uffizi, si creerebber­o problemi di sostenibil­ità

❞ Sulla loggia di Isozaki Quella visione andava bene per un museo con un milione e 200 mila visitatori, non con 5 milioni come adesso

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