Corriere Fiorentino

Schmidt candidato sì, no, forse Intanto attacca Palazzo Vecchio

Nuovo fronte la promozione turistica spagnola in piazza Repubblica: «Vergogna»

- Luca Gasperoni

Verso il voto Il Comune replica secco E il Pd di Napoli accusa il direttore

Tra uno scambio di accuse con Palazzo Vecchio e l’irrisolto tormentone sulla candidatur­a con il centrodest­ra scivola via senza scossoni il blitz, appena tre ore prima del rientro a Napoli in treno, del direttore del Museo Real Bosco di Capodimont­e, Eike Schmidt, in città per il passaggio di consegne ufficiale agli Uffizi. «Sono venuto qua a piedi, la gente ancora mi saluta come direttore, ovviamente replico di Capodimont­e, altri addirittur­a mi salutano come sindaco, ma questo non è affatto un dato sicuro», scherza Schmidt cercando di allontanar­e le crescenti pressioni. Da un lato gli esponenti locali di FdI che premono per una discesa in campo, con il responsabi­le organizzaz­ione nazionale

Giovanni Donzelli a calmare le acque: «Credo che Draghi si sia lasciato prendere da un po’ d’entusiasmo e abbia confuso le sue speranze con la situazione attuale». Dall’altro il Pd fiorentino, già sul piede di guerra, ma soprattutt­o quello napoletano ad attaccare il direttore per l’ambiguità della sua posizione: «Le istituzion­i culturali di Firenze e Napoli non sono taxi andata e ritorno e soprattutt­o meritano rispetto». Nel mezzo Schmidt che gigioneggi­ando alimenta la suggestion­e di un impegno politico senza però fare il passo definitivo. «Ho già detto a settembre che sono centrista, sono centrocamp­ista, e il centrocamp­ista può teoricamen­te correre con il pallone, può anche passarlo a qualcun altro che è più avanti, più a destra o più a sinistra, sono tutte possibilit­à», spiega il direttore pescando una metafora calcistica. E poi, punge, «gli avversari sono tutti sulla linea di estrema sinistra a chiacchier­are, farsi i compliment­i e a criticarsi quindi se ora corresse qualcuno sarebbe fuori gioco». Poi mette nel mirino Dario Nardella, che in mattinata l’aveva accolto con una stoccata: «Questa storia della candidatur­a è diventata un po’ Beautiful. Devo dire che Schmidt conosce i quartieri e le periferie di Firenze come io conosco la Lapponia» aveva detto il sindaco. Accuse che Schmidt lascia cadere, puntando il dito sul cartellone pubblicita­rio per il turismo in Spagna in piazza della Repubblica: «È una vergogna avere una pubblicità così in centro storico: niente contro la Spagna, tutto contro l’amministra­zione comunale che autorizza una cosa di questo genere». Schmidt ce l’ha anche con la giostrina di piazza della

Repubblica, definita «un relitto di un film di Fellini del 1973». La replica arriva dall’assessore al Commercio, Giovanni Bettarini: «Che polemica ridicola, se oggi voleva cominciare la campagna elettorale lo ha fatto con un clamoroso autogol. È curioso che Schmidt voglia fare il censore delle pubblicità dopo essersi vantato di aver portato la Ferragni a farsi i selfie con la Venere di Botticelli». Anche a Napoli il Pd si fa sentire. «Schmidt dica senza tentenname­nti quali sono i suoi programmi», incalza il capogruppo Gennaro Acampora. «Una manovra tutta studiata a tavolino. Napoli non meritava questo affronto. Non si prende in giro una città come ha fatto il signor Schmidt», rincara il responsabi­le Cultura del Pd, Sandro Ruotolo.

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(Cambi/Sestini) Ultima uscita Schmidt ieri alle Gallerie degli Uffizi, di cui ha lasciato formalment­e le chiavi a Verde

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