Camere per turisti negli studentati, sarà battaglia in Consiglio comunale
La norma della giunta spalma su tutto l’anno i 60 giorni di limite al ricettivo. «Così controlli più difficili»
La sfida del Piano operativo comunale passa attraverso la battaglia sugli studentati. In Consiglio comunale, la maggioranza intende portare il Poc in approvazione entro inizio aprile, quando la legislatura arriverà al suo termine. Ma il provvedimento, prima del voto conclusivo, dovrà affrontare l’esame di oltre 400 osservazioni arrivate a Palazzo Vecchio o proposte dalla giunta sotto forma di auto-osservazioni.
Una di queste riguarda proprio gli studentati, col sindaco Dario Nardella che lo scorso dicembre ha deciso di mettere mano alla materia, suscitando l’ira del comitato referendario Salviamo Firenze e, ora, trovando l’opposizione in aula di Sinistra Progetto Comune, del Movimento 5 Stelle e dei consiglieri fedeli all’ex assessora Cecilia Del Re.
Motivo del contendere sono i giorni in cui gli studentati possono convertire le camere ad attività ricettiva, in considerazione del fatto che gli studenti fuori sede d’estate spesso se ne vanno da Firenze e quelle camere restano vuote. La norma era nata nel 2015 per consentire alle case dello studente pubbliche di recuperare un po’ di risorse indispensabili alle ristrutturazioni. Ma col passare degli anni, con la trasformazione turistica di Firenze e con la nascita degli studentati di lusso, anche le nuove realtà private ne hanno approfittato. Così, i giorni previsti per l’attività ricettiva furono prima ridotti da 90 a 60, per volontà proprio di Del Re, oltretutto vincolando questa opportunità turistica a una concessione del 20% dei posti letto in convenzione col Diritto allo studio, per 10 mesi all’anno. Poi, Salviamo Firenze, che col referendum voleva abrogare anche quella possibilità, fu stoppata da Nardella che la scorsa primavera inficiò il voto, cancellando la finestra ricettiva.
A dicembre, la marcia indietro: i 60 giorni sono stati reinseriti, ma col fondamentale distinguo che possono
essere distribuiti su tutto l’anno e non solo concentrati tra luglio e agosto. «Altro che rispettare il mandato referendario — aveva tuonato a dicembre Massimo Torelli, portavoce del comitato Salviamo Firenze — Il Comune riapre la possibilità agli Student Hotel di fare turistico-ricettivo prevedendo nuove eccezioni». Ora è Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze, a tornare alla carica: «Riteniamo impossibile che si possa verificare il rispetto dei 60 giorni se vengono distribuiti su tutto l’anno, ed è lo stesso Comune ad ammettere che non ha abbastanza personale per fare i controlli — dice Bechi — Non solo, chiediamo anche che gli ospiti degli studentati facciano una dichiarazione su quale corso frequentano, in modo che sia verificabile anche a posteriori».
In Consiglio comunale, il refrain è «daremo battaglia». Lo dice Cecilia Del Re, che ha due consiglieri dalla sua parte e che ha diffuso un video sui social in cui parla di «ambiguità tra studentato e albergo» e che punta l’indice contro Nardella «per non aver mai voluto incontrare i promotori del referendum». Lo dicono M5S e Sinistra Bene Comune, che vanno oltre e chiedono l’abrogazione totale della finestra di 60 giorni: «Ne chiederemo la cancellazione», dice Roberto De Blasi, mentre Dmitrij Palagi ironizza sulle marce indietro di Nardella e cita Venditti: «Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano».
Se dalla giunta arriva un no comment, dal Pd invece difendono la norma e spiegano che, con la delibera di dicembre, non solo si impone a tutti gli studentati privati (non quello di viale Belfiore, che malgrado il nome di Student Hotel sarà solo un albergo) di concedere il 20% dei letti in convenzione al diritto allo studio, ma che chi vuole sfruttare i 60 giorni turistico ricettivi dovrà alzare la soglia al 30%. Il motivo, spiegano, è legato alle obiezioni degli stessi studentati alla norma precedente, perché d’estate restano parte delle camere occupate da studenti di università straniere. E i controlli? Dal Pd assicurano: «Miglioreranno».
Le posizioni No da M5S, Sinistra e «delreiani». Il Pd: ma il 30% delle stanze sarà riservato agli studenti