Strappo in maggioranza sul Piano operativo: i tre consiglieri di Del Re voteranno contro
Sono cominciate ieri nei consigli di quartiere le votazioni sul Piano operativo, e la maggioranza è subito divisa. «Sono tornati indietro sul tema della rendita e sull’alienazione di Borgo Ognissanti, ambiguità di regole per gli studentati: hanno preferito la continuità alla discontinuità». Con queste motivazioni i tre consiglieri comunali di Firenze democratica, usciti dal Pd, non voteranno il Piano operativo (Poc) nel Consiglio comunale del 25 marzo, a meno di emendamenti. Il piano è stato «snaturato con modifiche che non sono affatto di sinistra», attacca la candidata sindaca di Firenze democratica Cecilia Del Re. Che però è stata anche assessora all’Urbanistica fino al marzo scorso, e che quel piano operativo l’aveva ideato.
L’avvocatessa, uscita lo scorso dicembre dal Pd dopo la querelle sulle primarie, spiega quali fossero gli intenti con cui aveva concepito il piano e il successivo «tradimento». «Le modifiche introdotte dalla giunta hanno disatteso quell’idea di città pubblica che mira alla lotta alla rendita», dice Del Re. Che però nella maggioranza non trova altre sponde critiche: le due consigliere di Italia Viva sarebbero infatti orientate a votare «sì» al Piano operativo rivisitato, anche se ancora non è ufficiale. Certo il fatto che si voti alla fine di marzo potrebbe esporre i renziani a nuove considerazioni, ne è un’avvisaglia la stilettata di Matteo Renzi che ieri, a Milano per la presentazione della sua candidatura alle elezioni europee, è stato perentorio: «A Firenze saremo alternativi allo schieramento Pd-5 Stelle».
Tuttavia il merito della questione pare rilevante a prescindere dalle alleanze elettorali e dall’aritmetica che dà sicurezze sull’approvazione, il piano solleva una serie di questioni sulla visione della città. Mentre sullo «scudo verde» Del Re continua a pensare che «il modello attuale crea una frattura con l’area metropolitana e tassa solo i pendolari», è sulla concezione del centro che si ammassano i suoi dubbi: «I fiorentini lo vorrebbero vissuto e accessibile, ma il progetto con gli aranci in via Cavour non è né questo né transizione ecologica. Quella, con piazza Duomo, è la zona pedonale più bella d’Europa, come diceva Giuseppe Matulli. Purtroppo però anche la più inaccessibile». La possibilità di portarci la tramvia — un odg del Pd proponeva una staffa fino a via Martelli — tuttavia non fa parte del Piano operativo e né è stata più affrontata. Sul tema della città pubblica, Firenze democratica protesta anche per la vendita dell’ex ospedale San Giovanni di Dio. Ma non ospiterà social housing? «Dalla giunta si sono affrettati a dire così, ma la scheda dice che solo il 10% è vincolato a quell’uso e resta l’alienazione di un bene pubblico», dice Del Re. Via dal piano anche alcuni limiti di frazionamento per gli immobili, mentre entra lo stop ai nuovi Airbnb in area Unesco: «Una toppa peggiore del buco: ha fatto schizzare ancora di più il canone degli affitti, si è creata una nuova destinazione d’uso per 16 mila appartamenti in centro legittimando una rendita di posizione e gli Airbnb sono esplosi anche fuori dal centro».
Del Re Con le modifiche è disattesa quell’idea di città che mira alla lotta alla rendita e affronta la transizione ecologica