«Il problema sono le regole, non 100 agenti in più o meno»
Caro direttore, ogni volta che leggo articoli che si riferiscono alla recrudescenza di fatti criminali penso a un vecchio detto inglese, Action speaks more than
words, l’azione conta più delle parole. Purtroppo da noi la situazione è capovolta, si parla tanto e si conclude poco. Peggio ancora si utilizzano questi problemi per fare competizione elettorale: il sindaco Nardella incolpa Piantedosi, la destra chiede le dimissioni del sindaco e i cittadini restano ostaggio della criminalità. A qualcuno è mai venuto in mente, liberandosi dall’ipocrisia, che il problema non sono cento agenti in più o in meno ma le leggi che tutelano i delinquenti? Le forze dell’ordine arrestano i ladri d’appartamento che dopo un giorno sono a piede libero così come i violenti o gli spacciatori. E allora cosa pretendiamo? Di controllare la delinquenza con i daspo o i fogli di via? Basta pensare alle borseggiatrici della metropolitana di Milano alcune delle quali fermate più di 50 volte e ancora a piede libero. Continuano a delinquere in Italia perché nei loro Paesi di origine subirebbero ben altro contrasto. Altro problema è la demotivazione delle forze dell’ordine che vedono come inutile il proprio lavoro, non riscontrando una coerenza fra i reati e la pena. Leggevo dei cani antidroga impiegati alla Stazione di Santa Maria Novella che sarebbero più socialmente utili nella ricerca dei tartufi che non contro gli spacciatori, che per un verso o per quell’altro vengono rimessi velocemente a piede libero e tornano immediatamente alla loro attività. Pertanto, stando così le cose, sorge il dubbio che oltre al legislatore vada bene così anche alla maggioranza dei cittadini, che magari si infiammano per situazioni a noi distanti ma non si interessano di quelle più vicine con buona pace del detto inglese.