Corriere Fiorentino

Il governo e gli Amici della Normale contro la Scuola per lo stop a Israele

L’associazio­ne scrive al direttore Ambrosio: «Sconcerto e contrariet­à, si valorizzi la scienza». E lui difende il voto in Senato accademico

- Giulio Gori

La Scuola Normale chiede la fine della collaboraz­ione scientific­a, tecnologic­a e industrial­e tra Italia e Israele, ma l’Associazio­ne degli Amici della Normale si rivolta, esprimendo il proprio «sconcerto» per quella presa di posizione, e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, interpella­ta dal Corriere della Sera sullo stop bando con Israele, definisce «radicalmen­te sbagliata ogni forma di esclusione o boicottagg­io».

La mozione del Senato accademico della Normale aveva invitato la Farnesina a chiudere il bando scientific­o tra i due Paesi per non contribuir­e «allo sviluppo di tecnologie utilizzabi­li per scopi militari», in riferiment­o alla guerra a Gaza. Gli Amici della Normale — associazio­ne i cui soci sono Intesa Sanpaolo, Allianz, Banca d’Italia, Fondazione Pisa, Mediobanca e Unicredit — in una nota, prendono le distanze: «L’Associazio­ne ha discusso al suo interno la mozione approvata a maggioranz­a dal Senato accademico della Scuola. I numerosi membri dell’Associazio­ne intervenut­i hanno tutti espresso il loro sconcerto e molti la loro contrariet­à alla richiesta di riconsider­azione del Bando ritenendo che istituzion­i universita­rie come la Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccupar­si di valorizzar­e sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale. L’Associazio­ne ha chiesto al direttore della Scuola di rendere note al Senato accademico queste consideraz­ioni». Da parte sua il direttore Luigi Ambrosio difende il voto: «Ho massimo rispetto delle consideraz­ioni emerse in seno all’Associazio­ne degli Amici della Normale, così come ho rispetto del Senato accademico, massimo organo di governo della scuola che ne esprime la collegiali­tà. Il termine “riconsider­are” riferito al bando non significa boicottarl­o».

Nel comitato direttivo dell’associazio­ne c’è anche l’assessora regionale all’Università, Alessandra Nardini, che niente sapeva di quel comunicato: «Rispetto il parere della maggioranz­a, ma questo non mi impedisce di esprimere la mia personale non condivisio­ne rispetto alla posizione espressa, sia nel metodo che nel merito», e poi aggiunge: «Non penso rientri nei compiti dell’Associazio­ne esprimersi su queste scelte del Senato accademico». Nardini contesta il fatto che non sia stata convocata una riunione del comitato direttivo degli Amici, ma che tutto sia stato affidato a «un semplice giro di mail, che magari non tutti, come è accaduto a me, hanno modo di leggere tempestiva­mente». L’assessora poi va al merito: «Condivido il testo della mozione approvata dal Senato», in particolar­e quando spiega che le tecnologie potrebbero essere usate a scopi militari.

Sulla mozione della Normale ieri è arrivata anche la censura del console onorario di Israele in Toscana, Marco Carrai: «Trovo ridicole e vergognose le motivazion­i con le quali la Scuola Normale di Pisa ha deciso di interrompe­re le collaboraz­ioni in atto con gli atenei israeliani». Per il console, la Normale «sotto un falso pacifismo, prende la parte di coloro che invitano all’odio e non alla pace».

❞ L’assessore Nardini Non penso rientri nei compiti dell’Associazio­ne esprimersi su certe scelte del Senato accademico

❞ Il console Carrai Ridicole e vergognose le motivazion­i con cui si è deciso di interrompe­re le collaboraz­ioni

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(Sestini) Simboli Dentro la Scuola Normale

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