La vendetta di Inzaghi inguaia la Juve di Pirlo
Un altro pareggio, sono 5 in 9 partite Pirlo: «Che errore sull’1-1, manca personalità. Tanti punti persi, ma non sono preoccupato» Morata salta il derby
Il ballo di Pirlo comincia a sembrare abbastanza chiaro: un passo avanti, un passo indietro, un passo a lato. La Juve non riesce a vincere due partite in campionato e comincia a farsi delle domande. Perché se pareggiare con Roma o Lazio ci può anche stare, perde 6 punti con Crotone, Verona e Benevento, brucia.
BENEVENTO Il ballo di Pirlo comincia a sembrare abbastanza chiaro: un passo avanti, un passo indietro, un passo a lato. La Juve non riesce a vincere due partite in campionato e comincia a farsi delle domande. Perché se pareggiare con Roma o Lazio ci può anche stare, perde 6 punti con Crotone, Verona e Benevento, brucia («Sono tanti, ma non sono preoccupato, dice il tecnico). E non a caso Madama ha sei punti in meno rispetto al 2019, anche se proprio alla nona giornata pareggiò a Lecce. E scattò la stessa polemica: perché Ronaldo riposa?
«Già mercoledì in Champions aveva avuto in problemino — la spiegazione non del tutto convinta dell’allenatore — e aveva voluto giocare ugualmente. Avevamo poi deciso di recuperare perché aveva giocato tante partite anche con la Nazionale: è normale che qualcuno si affatichi e riposi. Stavolta è toccato a Ronaldo, prima è toccato ad altri. È un peccato, sicuramente Ronaldo è un valore aggiunto, lo ha dimostrato in tutte le partite, però anche se nelle partite non c’è dobbiamo cercare di fare le nostre gare».
Il punto è questo: se la Juve non batte avversari che si giocheranno la salvezza fino alle ultime giornate solo perché manca Ronaldo, allora il problema è più generale. «Potevamo chiuderla, però non riusciamo ancora a capire bene i momenti della partita. Abbiamo avuto un calcio d’angolo, l’abbiamo battuto veloce, quando invece bisognava far finire il primo tempo tenendo il pallone. Abbiamo voluto giocare veloce, loro sono andati giù e abbiamo preso gol. Purtroppo non è il primo che prendiamo allo scadere, sia del primo che del secondo, quindi dobbiamo crescere velocemente perché dobbiamo capire che le partite non sono tutte uguali, i momenti delle partite non sono tutti uguali e vanno gestiti in modo diverso. Nel finale purtroppo c’è stato un po’ di nervosismo, poca lucidità (rosso a Morata, salta il derby). Però dobbiamo lavorare, continuare a crescere. Però quando ci mancano giocatori di esperienza e di personalità facciamo fatica».
Oltre a Ronaldo, mancano anche Bonucci e Chiellini (senza dimenticare il miglior Alex Sandro), anche se quello dei centrali, con il rientro di De Ligt sembra un problema minore. A centrocampo né Arthur, né Rabiot, né tantomeno Bentancur (tutti nazionali, giovani ma già esperti) si prendono il rischio almeno di alzare il ritmo. E anche gli esterni a corrente alternata, se non funziona il resto, diventano vulnerabili. «Stiamo lavorando sullo sviluppo del gioco, è normale che cerchiamo di giocare con due esterni, uno più offensivo e l’altro che arriva da dietro e cercare poi di portarlo a fare l’uno contro uno. A volte ci riusciamo, a volte meno, però purtroppo quando si sporcano le partite in questo periodo non riusciamo a vincere, possiamo solo risolverle giocando bene e facendo azioni pulite. E non è sempre così. Quindi bisogna crescere velocemente, soprattutto nella personalità».
La Juve dei giovani deve riscoprirsi, cattiva e spietata, come da Dna della casa. A partire dal più giovane di tutti, almeno come esperienza nel proprio ruolo: l’allenatore.