Il Piemonte si riversa in strada Torino in coda per lo shopping
Caccia agli sconti della «Black Week» e inviti a spendere nei negozi di vicinato. Esercenti soddisfatti, si punta all’immacolata
Code davanti ai negozi finalmente aperti, struscio sotto i portici e caccia ai pochissimi bar aperti per accaparrarsi un caffè. Rigorosamente d’asporto. Il passaggio alla «zona arancione», salutato da una domenica di sole, ha invogliato i piemontesi a riversarsi in strada sin dal mattino per una giornata di shopping contrassegnata dagli sconti della «Black week». Le lunghe file sui marciapiedi e qualche assembramento in piazza San Carlo, via Garibaldi e via Lagrange, sin dal mattino hanno indotto la sindaca di Torino Chiara Appendino a lanciare un appello via social: «Dopo settimane di limitazioni, riaprono i negozi e sono consentiti gli spostamenti all’interno del proprio comune. Due raccomandazioni: supportiamo i negozi di vicinato e non abbassiamo la guardia. Si può passeggiare e fare shopping in modo responsabile». Nonostante la possibilità di apertura delle attività commerciali dalle 5 alle 22, i torinesi hanno preso d’assalto le vie del centro soprattutto nel pomeriggio. Alle 15.30, in via Roma, Sveva e Fabio hanno dovuto aspettare oltre 20 minuti per entrare nel negozio Pandora: «Dopo tanti giorni chiusi in casa la coda la facciamo volentieri — raccontano i due diciottenni — Dobbiamo comprare un regalo di Natale per una nostra amica e oggi risparmiamo parecchio». File ancora più lunghe si sono registrate nel corso del pomeriggio anche in piazza Castello: «Diciamo che oggi è una buona giornata, a metà pomeriggio contiamo un centinaio di clienti, ma non cantiamo vittoria troppo presto — commenta Carlo Testa, titolare del Granata Store
—. Abbiamo appena festeggiato il quindicesimo anno di attività, ma se non ci fossimo attrezzati per le vendite online, questa chiusura sarebbe stata letale. Intorno al negozio vedo ancora tante saracinesche abbassate che probabilmente non verranno più tirate su. Speriamo che questo periodo finisca presto». Passeggiare sotto i portici di via Po nel pomeriggio era quasi un’impresa e anche i negozi rimasti aperti durante il lockdown hanno avvertito il cambiamento: «Oggi abbiamo lavorato bene — conferma Massimo Prestifilippo, uno dei soci della storica libreria La Bussola —. Durante queste settimane ci sono state giornate in cui via Po era un vero deserto. Da piazza Vittorio si riusciva a vedere piazza Castello. Non mi era mai successo».
Secondo le stime di Confesercenti a rialzare la saracinesca nel primo giorno di ripresa sono state 1600 attività su duemila, il 90% in centro. Meno partecipazione in periferia (70%), dove gli incassi hanno comunque registrato un buon debutto, complice la chiusura dei centri commerciali. Soddisfatti gli esercenti che, anche grazie agli sconti da Black Friday, hanno avuto un «buon riscontro di acquisti in un primo giro di orientamento». L’afflusso di consumatori è cresciuto durante tutto l’arco della giornata, favorendo anche le attività attrezzate per l’asporto, in particolare le gelaterie. I negozi che hanno beneficiato maggiormente della riapertura sono stati ovviamente quelli di abbigliamento, seguiti da casalinghi e store di oggettistica. «I primi segnali sono positivi — afferma Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti —, anche se prima di tornare alla normalità dovrà passare ancora del tempo. Qualche timore nella clientela rimane. L’importante è che ci si avvii verso una situazione di maggiore tranquillità, sia economica che psicologica. Non c’è ristoro che tenga: per un negoziante è fondamentale poter tirare su la saracinesca ogni mattina, la certezza della continuità della propria impresa viene da lì». Nonostante la folla in strada, durante tutta la giornata non si sono registrati problemi di sicurezza, molti negozi si erano attrezzati per regolare le code, anche se rispettare il distanziamento nelle strade affollate non era sempre possibile. Pochissime le multe ai passanti durante i controlli, mentre per i commercianti l’attenzione è già puntata sul prossimo weekend, con la speranza che il «ponte dell’immacolata», senza spostamenti fuori dal comune di residenza, possa far registrare una nuova impennata degli acquisti.
A riaprire sono state 1600 attività su duemila il 90% in centro