Corriere Torino

«A scuola due turni o in orari sfalsati Fine settimana a casa»

«Noi stiamo cercando un’alternativ­a per i mezzi pubblici ma uno sforzo deve essere fatto anche dalla scuola»

- Floriana Rullo

«In classe, a turni e su due fasce orarie. Un turno al mattino e uno al pomeriggio. Al massimo in orari sfalsati. Niente sabato e domenica a scuola». È un piano del trasporto pubblico che punta al rientro in presenza di tutti gli studenti del Piemonte già da dopo le festività natalizie quello che stamane verrà presentato dall’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi all’ufficio Scolastico Regionale guidato da Fabrizio Manca e ai rappresent­anti del mondo scolastico. «Per tornare in classe bisogna trovare un compromess­o tra i trasporti pubblici e il mondo della scuola. Non è più tempo di scaricarsi colpe a vicenda. Se non troviamo un metodo comune non potremo garantire il ritorno di tutti gli studenti in aula e si dovranno fare delle scelte per chi far frequentar­e in presenza o no». Assessore qual è il piano per garantire il rientro in classe degli studenti piemontesi?

«L’idea che proporremo sarà quello di far rientrare gli studenti organizzan­do dei turni così da poter far rientrare a scuola tutti in sicurezza da gennaio a giugno». Che cosa vuol dire?

«La proposta è di organizzar­e dei turni basati su fasce orarie. Una al mattino e una al pomeriggio, per esempio. Oppure sfalsando gli orari di entrata in classe. Si potrebbe pensare di fare entrare alcune classi alle 8 del mattino facendo terminare le lezioni alle 14.

L’altro turno invece potrebbe essere portato a scuola qualche ora dopo terminando poi al pomeriggio». Così si risolvereb­bero i problemi del trasporto pubblico?

«Sì, secondo i nostri calcoli. Stiamo facendo uno sforzo cercando un’alternativ­a per i mezzi pubblici ma anche la scuola pensi a un'alternativ­a Ognuno deve fare la sua parte». Si andrà a scuola il sabato e la domenica?

«No. Non abbiamo nemmeno considerat­o l’idea. Fare frequentar­e i ragazzi nel weekend blocchereb­be le attività individual­i extrascola­stiche, come ad esempio lo sport». Ma il problema del trasporto non doveva essere risolto a settembre?

«Non lo abbiamo potuto fare perché non eravamo a conoscenza delle capienze. La disposizio­ne che i mezzi dovevano viaggiare all’80% è arrivata solo a settembre. Per questo avevamo potuto fare solo discorsi teorici. Ora scaricarsi le colpe però non ha senso». Avete già pensato a quando riportare gli studenti sui banchi di scuola? «L’11 gennaio, con il rientro dalle festività natalizie. Useremo questo mese per organizzar­e mezzi e orari. Per noi questa è l’unica soluzione che garantisce sicurezza». E se doveste ricevere una risposta negativa dal mondo della scuola?

«In quel caso non potremo garantire il rientro di tutti. A quel punto si dovrà scegliere chi far rientrare e con che modalità. Se ad esempio le prime e le quinte, o se utilizzare le settimane alternate». È previsto l’utilizzo anche del trasporto privato?

«I privati sono compresi in questa proposta. Senza di loro non riusciremm­o a coprire tutti gli orari. Ma gestire i mezzi pubblici in città sarà più complicato che in provincia». Avete idea dei costi?

«A grandi linee, ma la spesa ora non è un problema. Il ministro Paola De Micheli ci ha assicurato le coperture economiche». Assessore, secondo lei il mondo della scuola accetterà questo compromess­o?

«Sono fiducioso. È la scelta meno impattante sulla vita scolastica dei ragazzi».

L’11 gennaio tutti in classe Useremo questo mese per organizzar­e mezzi e orari Marco Gabusi

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