Nuovi lettori crescono anche in rete
«La letteratura al tempo di Instagram» con Petunia Ollister e il Circolo dei lettori
Ealla fine è giunto il tempo della cultura in rete. Non che le avvisaglie non ci fossero già state, con stuoli di influencer (più o meno meritevoli) invitati negli ultimi anni a comporre libri di facile linfa per le case editrici, o di una buona parte di critica traghettata anche sui social.
Oggi, però, è evidente quanto sia importante la risorsa al punto che la letteratura è riuscita a sopravvivere in pandemia più di altre forme culturali.
Discutere e confrontarsi su e con i libri è molto auspicabile anche sui nostri schermi. Petunia Ollister, il cui vero nome è Stefania Soma, è una delle più accreditate, colte e autorevoli book influencer (quelle che spostano l’asticella delle vendite) che da anni, complice una cultura e un amore irrefrenabile per i libri, arricchisce il panorama letterario italiano.
Tra le sue molte vite, nessuna delle quali trascorsa mai lontana da un romanzo, l’ultima è vissuta appassionatamente in questa città che ama e difende sempre.
«Devo moltissimo a Torino perché mi ha dato la possibilità, una volta lasciata Milano, di ricevere molti stimoli, di lavorare con calma, di alzare la qualità della mia vita. Mi sono sentita di nuovo una persona che poteva desiderare e possedere cose belle, in un contesto antropizzato ma sempre vicino alla natura. Ci sono persone creative e interessanti».
«Da un po’ di tempo — dice ancora — percepisco molta stanchezza: spesso la creatività non trova uno sviluppo adeguato e mi piacerebbe aiutare a trovare delle soluzioni».
Martedì alle 19, sul profilo Instagram (dove Petunia ha quasi 50 mila follower) del Circolo dei lettori, terrà il secondo appuntamento della serie «La letteratura al tempo di Instagram» che partirà dall’analisi del libro del celebre art director del New Yorker Peter Mendelsund «Cosa vediamo quando leggiamo».
Per molto tempo si è occupata della conservazione dei beni culturali delle biblioteche storiche, per il gruppo Rcs, per la Fondazione Mondadori e in molti altri contesti.
La sua capacità di rendere un libro vivo, accattivante, legato al quotidiano (l’accoppiata con la tazzina del caffè è ormai un classico delle sue bellissime fotografie) derivano da una conoscenza e una passione uniche per la materia: «Sono stata sepolta anni al piano meno uno, grande come un campo da calcio, a coccolare volumi grigi. L’editoria è una parte della mia vita. Partendo da Mendelsund si parlerà di tutto ciò che sta dietro alla filiera di un libro: le copertine, le fascette, i titoli, e le mille altre cose di cui non ci accorgiamo quando stiamo per leggere. Lui spiega nel libro ciò che io faccio da anni cioè come smontare la parola scritta e osservare mentalmente cosa accade dentro di te a livello immaginativo».
La prima volta che associò la colazione a un libro accadde per caso, in una grigia mattina milanese, «la copertina del mio romanzo era dello stesso blu della mia tazza», fu così che, in seguito, nacque il libro Colazioni d’autore. Ed è così che quotidianamente fornisce consigli utili e cresce nuovi lettori.