«Una Torino digitale, tema che il nuovo sindaco deve prendere di petto»
Gutierrez: «L’innovazione non è un nemico»
«Torino gioca la sua partita a livello internazionale. Il futuro sindaco deve esserne consapevole». Dal 2005 Maria Elena Gutierrez è ceo e amministratore delegato di View Conference, l’evento annuale su computer grafica, realtà virtuale ed effetti speciali. Ha studiato alla Stanford University e insegnato Cinema e Letteratura Italiana all’università di Buffalo. «Un leader deve sapere che la tecnologia è un’opportunità da governare». Gutierrez, che ruolo ha View Conference nella costruzione di un futuro per Torino?
«Un evento sulle tecnologie è fondamentale per creare sviluppo. Noi non ci occupiamo solo di intrattenimento, ma anche di impresa e business innovation: l’innovazione come volano per creare posti di lavoro». Non c’è un domani senza digitale?
«L’economia digitale non ha frontiere e in questo mondo globalizzato e veloce il lavoro che facciamo oggi, domani sarà sparito: dobbiamo imparare a trasformarci. Uno dei punti di forza di View è che offre conoscenze che permettono
di non diventare irrilevanti e obsoleti». Questo discorso vale anche per la città?
«Sì, se la città vorrà trasformarsi dovrà usare queste tecnologie, smettendo di considerarle come un nemico che lascia indietro le persone e toglie lavoro, ma come una opportunità». Animazione digitale e realtà virtuale possono essere un asset strategico? «Certo, perché questa filiera in Italia ancora non esiste: è un’enorme opportunità. Siamo forti nel mondo del cinema e della creatività, ma non facciamo film animati e videogiochi in 3D, poco in 2D. L’interesse, però, è enorme: noi in una settimana abbiamo avuto più di 200 mila visualizzazioni, da studenti a capi di impresa. Portiamo questa innovazione a Torino, che può essere applicata in ogni settore: dalla medicina ai musei». Come immagina un leader
politico?
«Deve andare di pari passo ai cambiamenti economici: non ci siamo ancora ripresi dalla crisi del 2008 perché la nostra classe dirigente ha subito i problemi invece di affrontarli. Citando il saggista Harari, stiamo vivendo due grandi problemi: il cambiamento climatico e la trasformazione digitale. Se non li prendiamo di petto, rimarremo indietro». E un sindaco, o una sindaca, per Torino?
«Vorrei una persona che sia consapevole che Torino gioca la sua partita sul campo della competizione globale e deve essere capace di imporsi almeno su qualche tema all’attenzione internazionale. Ma anche una persona umile, altruista, che metta gli interessi della città in primo piano, una persona che sappia ascoltare gli altri e voglia portare questa città nel futuro».