Appalti Covid e ricorsi al Tar «Prevale l’interesse di avere subito scorte di mascherine»
L’impatto del virus sulle gare: «Devono essere rapide»
La spiegazione, di come possano andare gli appalti durante il Covid, è ben riassunta in un’ordinanza del Tar del Piemonte, di pochi giorni fa: «La necessità di prevedere una disciplina che consenta la conclusione più rapida possibile della gara, al fine di fronteggiare la recrudescenza dell’evento pandemico, ricostituendo le scorte in precedenza acquisite e non più disponibili, al fine di disporre presso i relativi magazzini di quantitativi sufficienti alle nuove esigenze, così come richiesto dal Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive». Detto che l’istanza cautelare non è stata respinta (solo) per questo, è del tutto evidente che la questione esiste, e torna poche righe sotto: «Ritenuto, in ogni caso, nel bilansugli ciamento degli interessi in gioco, che prevalga quello della rapida ricostituzione delle scorte di mascherine». Detto senza finezza giuridica, in certi casi, la pubblica amministrazione deve fare in fretta. L’oggetto del contenzioso erano anche «accordi quadro per la fornitura di dispositivi di protezione e materiale monouso di vestizione per emergenza Covid-19».
Va da sé, lo stesso vaglio dei giudici è stato modificato dalla norme emergenziali: «Preso atto che la procedura di gara oggetto della presente controversia è stata bandita nell’ambito della speciale disciplina di cui all’articolo 2, comma 3, del decreto legge 76 del 2020», quello sulle semplificazioni in materia di contratti pubblici. Dunque, ancor di più in questi mesi, appalti (milionari) sarebbe consigliabile la massima vigilanza. Del resto, l’emergenza viene sottolineata in un’altra ordinanza: «La stazione appaltante — in questo caso la Scr Piemonte spa, ndr — nella memoria del 23 novembre 2020, ha evidenziato che gli accordi quadro con gli aggiudicatari del lotto 11 erano stati tutti stipulati e che in ragione dell’impennata dei ricoveri ospedalieri dei “pazienti Covid”, il quantitativo di dispositivi di protezione individuale di cui al medesimo lotto era stato completamente esaurito».
Capita anche che l’avvento del Covid e, quindi, dell’emergenza, incida su gare che erano aggiudicate già a fine 2019, salvo poi essere impugnate. Come quella per la fornitura all’asl di Vercelli di «un sistema diagnostico» per l’esecuzione di test di chimica clinica e immunochimica. Pure in questo caso, secondo il Tar, vi è «la prevalenza dell’interesse all’immediato avvio della fornitura, peraltro in un momento come quello attuale di emergenza sanitaria di epidemia da Covid-19». Stesse ragioni in un ricorso di un’associazione
«La carenza di anestesisti rianimatori è drammaticamente emersa per il Covid»
di medici contro la Regione: «La carenza di anestesisti rianimatori in terapia intensiva è drammaticamente emersa in occasione dell’emergenza Covid-19».