Già bocciata la trappola per la CO2
Presentate in Italia come il futuro dell’energia, le CSS sono un insieme di tecnologie e tecniche che dovrebbero consentire la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera da fonti fossili. Sono invece considerate dalla Corte dei Conti europea come uno spreco di fondi: sono 3,7 miliardi infatti gli euro spesi dall’ue in progetti sperimentali sulle CSS tra il 2009 e il 2015, anno entro cui si sarebbero dovuti produrre almeno 10 progetti dimostrativi mai attuati. Anche la Norvegia, maggiore produttore europeo di idrocarburi, dopo essersi interessata al progetto lo classificò come un potenziale disastro finanziario. Al momento non esiste una dimostrazione reale della sua efficacia: tutto questo sembra non importare però all’italia, Paese amante delle grandi opere vecchie in partenza. Nel 2018 viene infatti approvato il progetto di Eni di un nuovo impianto di stoccaggio CO2, a Ravenna. Le problematicità del progetto sono svariate, a partire dalle incongruenze nelle date dichiarate per la compensazione delle emissioni di CO2 dell’impianto: la regione indica il 2035, mentre Eni parla di un lontano 2045. Il sito di Ravenna rappresenta una zona fragile dove sono in corso fenomeni di subsidenza e lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo rappresenta un grande rischio per il territorio, non essendo ancora noti i suoi effetti sismici. Anche se tutto funzionasse, la quota di CO2 catturata sarebbe minima: 4 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, molto inferiori all’obiettivo ONU di 33 miliardi di tonnellate annue. Se pur prendessimo in considerazione la compensazione totale, le emissioni compensate deriverebbero dalla produzione di energia da fonti fossili, risorse limitate che vanno a determinare la temporaneità di quest’opera la quale non può rappresentare una soluzione alla crisi climatica. Potrebbe rivelarsi controproducente visto l’ingente investimento che richiede a dirottare investimenti per fonti rinnovabili ad aziende altamente inquinanti che approfittano mediante greenwashing dei soldi del Recovery Found. I tempi cambiano, le grandi opere anche ma non la loro inutilità.
Le CSS considerate dalla Corte dei Conti europea uno spreco di fondi per catturare solo 4 milioni di tonnellate