Il grande affare della sanità, per l’ospedalino Koelliker altre offerte oltre Giubergia
A Torino tante strutture private non convenzionate
Si scalda il fronte della sanità privata piemontese, il grande business della stagione postcovid che verrà. Tanto che centri diagnosti e poliambulatori attirano su di sé investimenti a 8 cifre, da parte di banche e operatori specializzati. Dopo la maxi-offerta da più di 30 milioni di euro della famiglia Giubergia (Ersel Investimenti) per acquisire l’ospedalino Koelliker, siglata scorsa settimana in un accordo preliminare, sono in arrivo altre proposte da altre società che puntano ad accorpare il gioiello della salute controllato dai Missionari della Consolata e accreditato con il Servizio della sanità nazionale e con la Regione Piemonte. In lizza per investire nella struttura di corso Galileo Ferraris ci sarebbero infatti altri pretendenti, per niente scoraggiati dall’intesa già firmata da Ersel e
Koelliker. Si capisce: la sanità privata in Piemonte vale due miliardi di euro l’anno. E si tratta di una cifra destinata a raddoppiare in pochi anni. Torino è la città con il più alto tasso di strutture private non convenzionate, ma quella con meno centri accreditati con il Servizio sanitario. Spazio per crescere ce ne è. Soprattutto nell’era post- Covid, con un probabile riassetto dei centri privati a supporto del pubblico: dalla diagnostica ai poliambulatori fino ai centri di riabilitazione. In pista per acquisire Koelliker c’è Lifenet Healther di Nicola Bedin, che proprio a Torino, nemmeno un anno fa, ha fatto il suo ingresso sul mercato comprando da Fca il centro diagnostico Cemedi, l’ex mutua degli impiegati Fiat. E non solo. Voci di corridoio indicano anche l’interesse di Humanitas. Il condizionale è d’obbligo. Perché, per ricevere il via libera alla proposta di acquisizione del Koelliker, e per presentare ufficialmente i progetti, bisogna passare l’esame del Vaticano e dei delegati piemontesi della Santa Sede. E ad oggi il semaforo verde non si è acceso ancora per nessuno dei pretendenti. A esprimersi sul patrimonio religioso c’è la commissione sanità del Vaticano, sentendo l’opinione di Carmine Arice, padre generale del Cottolengo, e di Mariella Enoch, ex Cariplo e oggi presidente dell’ospedale del Bambin Gesù. Ma poi l’ultima parola spetta alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Le cifre che girano per accaparrarsi la struttura d’eccellenza, finita per un breve periodo nelle secche di una crisi finanziaria con tanto di risvolti giudiziari, e poi tornata a correre sotto la guida dell’ad Alberto Ansaldi, parlano di una valutazione tra 35 e 45 milioni di euro. Se confermata sarebbe l’operazione finanziaria dell’anno per la città di Torino. Tanto per ribadire, in cifre e investimenti, che il vero business del futuro è la salute. Il negoziato privato tra Ersel e il Koelliker ha raggiunto un accordo di base per rilevare l’80% del capitale e la garanzia di una gestione diretta della società. Ma si tratta di un’accelerazione delle trattative che deve ancora avere il semaforo verde dalla Curia. L’offerta di Giubergia è forte, non solo per la proposta, ma anche i rapporti di fiducia maturati con i Missionari della Consolata. Ersel ha rilevato parte della sede dei religiosi in corso Ferruci, costruendo uno studentato, recentemente inaugurato e gestito da Camplus.