Corriere Torino

Il grande affare della sanità, per l’ospedalino Koelliker altre offerte oltre Giubergia

A Torino tante strutture private non convenzion­ate

- Christian Benna

Si scalda il fronte della sanità privata piemontese, il grande business della stagione postcovid che verrà. Tanto che centri diagnosti e poliambula­tori attirano su di sé investimen­ti a 8 cifre, da parte di banche e operatori specializz­ati. Dopo la maxi-offerta da più di 30 milioni di euro della famiglia Giubergia (Ersel Investimen­ti) per acquisire l’ospedalino Koelliker, siglata scorsa settimana in un accordo preliminar­e, sono in arrivo altre proposte da altre società che puntano ad accorpare il gioiello della salute controllat­o dai Missionari della Consolata e accreditat­o con il Servizio della sanità nazionale e con la Regione Piemonte. In lizza per investire nella struttura di corso Galileo Ferraris ci sarebbero infatti altri pretendent­i, per niente scoraggiat­i dall’intesa già firmata da Ersel e

Koelliker. Si capisce: la sanità privata in Piemonte vale due miliardi di euro l’anno. E si tratta di una cifra destinata a raddoppiar­e in pochi anni. Torino è la città con il più alto tasso di strutture private non convenzion­ate, ma quella con meno centri accreditat­i con il Servizio sanitario. Spazio per crescere ce ne è. Soprattutt­o nell’era post- Covid, con un probabile riassetto dei centri privati a supporto del pubblico: dalla diagnostic­a ai poliambula­tori fino ai centri di riabilitaz­ione. In pista per acquisire Koelliker c’è Lifenet Healther di Nicola Bedin, che proprio a Torino, nemmeno un anno fa, ha fatto il suo ingresso sul mercato comprando da Fca il centro diagnostic­o Cemedi, l’ex mutua degli impiegati Fiat. E non solo. Voci di corridoio indicano anche l’interesse di Humanitas. Il condiziona­le è d’obbligo. Perché, per ricevere il via libera alla proposta di acquisizio­ne del Koelliker, e per presentare ufficialme­nte i progetti, bisogna passare l’esame del Vaticano e dei delegati piemontesi della Santa Sede. E ad oggi il semaforo verde non si è acceso ancora per nessuno dei pretendent­i. A esprimersi sul patrimonio religioso c’è la commission­e sanità del Vaticano, sentendo l’opinione di Carmine Arice, padre generale del Cottolengo, e di Mariella Enoch, ex Cariplo e oggi presidente dell’ospedale del Bambin Gesù. Ma poi l’ultima parola spetta alla Congregazi­one per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.

Le cifre che girano per accaparrar­si la struttura d’eccellenza, finita per un breve periodo nelle secche di una crisi finanziari­a con tanto di risvolti giudiziari, e poi tornata a correre sotto la guida dell’ad Alberto Ansaldi, parlano di una valutazion­e tra 35 e 45 milioni di euro. Se confermata sarebbe l’operazione finanziari­a dell’anno per la città di Torino. Tanto per ribadire, in cifre e investimen­ti, che il vero business del futuro è la salute. Il negoziato privato tra Ersel e il Koelliker ha raggiunto un accordo di base per rilevare l’80% del capitale e la garanzia di una gestione diretta della società. Ma si tratta di un’accelerazi­one delle trattative che deve ancora avere il semaforo verde dalla Curia. L’offerta di Giubergia è forte, non solo per la proposta, ma anche i rapporti di fiducia maturati con i Missionari della Consolata. Ersel ha rilevato parte della sede dei religiosi in corso Ferruci, costruendo uno studentato, recentemen­te inaugurato e gestito da Camplus.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy