Tutto è iniziato con il video inviato al regista: la torinese Annichiarico è uno dei volti del film «Fuori era primavera», che sarà presentato giovedì su Raiplay «Ho dato i miei occhi al grande Salvatores»
Gabriele Salvatores lo aveva chiesto esplicitamente: datemi i vostri occhi per permettermi di viaggiare all’interno delle vostre case durante il lockdown. E il progetto, che si è avvalso della collaborazione di istituzioni, associazioni di volontariato, scuole di cinematografia e comunicazione ed enti distribuiti in tutta Italia, si è trasformato in Fuori era primavera, film di montaggio sul periodo di chiusura totale del Paese tra marzo e aprile, che andrà in onda giovedì su Raiplay. Tra i video selezionati dal regista c’è quello dell’attrice torinese Francesca Annicchiarico che si troverà così, dice con un pizzico d’ironia, «a recitare per un premio Oscar».
«È stata una sorpresa, certo, ma che nasce da lontano. Pensi che i miei genitori mi raccontano che già a 4 anni mi mettevo davanti allo specchio a ballare e a fare smorfie».
Si sente una predestinata?
«”Voglio fare l’attrice”: ecco cosa rispondevo alla solita domanda su “cosa vuoi fare da grande”. Qualche anno dopo aggiungevo: “Voglio recitare perché voglio vivere tante vite in una vita sola”. Insomma, non ho mai avuto dubbi sul mio destino».
Si ricorda il primo ruolo?
«A 8 anni ero Maria nel presepe. Qualche anno dopo iniziai a frequentare le prime lezioni di canto e danza».
Come ha proseguito gli studi?
«Ho frequentato il Liceo Teatrale del Teatro Nuovo; cinque anni di studio abbinato a corsi di recitazione, scenografia, dizione e quant’altro. Ricordo in particolare gli insegnamenti del mio maestro Enrico Fasella».
Ed ecco arrivare le prime fiction.
«Prima ho fatto tanti cast. Sono riuscita a ottenere una piccola parte in Altri tempi su
Rai Uno quando avevo 19 anni. Poi nel 2016 ho recitato in Sacrificio d’amore su Mediaset. Avevo persino il camerino, mi vestivano e mi truccavano, è stato bellissimo».
Poi arriva la partecipazione a «Una ragazza per il cinema».
«Grazie a quel concorso ho conosciuto Mirella Rocca, altra figura fondamentale per la mia crescita. Mi disse: “Vai subito a Roma, tu hai talento per recitare più che per sfilare”».
E Roma fu.
«Roma era da sempre nei miei pensieri ma qualche anno prima, d’accordo con i miei genitori, avevo preferito iscrivermi a Scienze della Comunicazione a Torino. Poi, proprio nel giorno della laurea, ho saputo di essere stata accettata all’accademia Actor’s Planet Cinema & Theatre Institute di Rossella Izzo».
Altra occasione per allargare le conoscenze?
«In una masterclass ho conosciuto Pupi Avati, persona diretta e senza remore. Mi disse che ero portata per le fiction: un tempo poteva esse
re riduttivo, oggi è come fare cinema a puntate ed è questo che vorrei fare “da grande”».
Significa che lascerà Torino?
«A Roma frequento già una scuola di doppiaggio e faccio la pendolare. Qui ho affetti e amicizie e negli ultimi anni c’è molto movimento, ma per mirare a personaggi di rilievo Roma è ancora fondamentale».
Anche se, per ironia della
sorte, si troverà nel film di un Premio Oscar con un corto realizzato nella sua casa torinese.
«In realtà non ho parlato direttamente con Gabriele Salvatores. Ho letto il suo annuncio dove chiedeva video per fare un film sul lockdown e ho pensato di raccontare il giorno del mio compleanno. Da quando mi sveglio con il mio cane a cosa mangio, fino alla festicciola con i miei genitori».
Insomma, un doppio ruolo da attrice e regista.
«A volte parlavo davanti al telefonino, altre lo lasciavo filmare, poi ho montato il video. Il tutto con la riflessione che bisogna sempre aggrapparsi alle piccole soddisfazioni della vita. Ma sa qual è la vera ironia? Da bambina volevo interpretare mille vite diverse: alla fine sono arrivata al cinema interpretando me stessa».
❞ Il 18 aprile 2020 Ho letto che voleva fare un lavoro sul lockdown e ho filmato il giorno del mio compleanno
❞ L’ironia Ho sempre voluto recitare per avere mille vite diverse e ora arrivo al cinema interpretando me stessa