«Era inquieto, ma chi poteva immaginare?»
La fidanzata Ilaria: «Era inquieto, ma chi poteva immaginare?»
Parla la fidanzata: «Nelle ultime settimane era inquieto, lo era da qualche settimana. È stato un anno molto difficile per colpa dell’emergenza Covid. Ma chi poteva immaginare?».
«Era il mio grande amore. Paolo sapeva conquistarti con l’allegria e la bontà d’animo, i suoi tratti distintivi». Ilaria Pecoraro, 28 anni, e Paolo Piccardo si conoscono sei anni fa in un ristorante nel centro di Torino. «Un amico mi aveva invitato a cena e tra gli ospiti c’era anche lui. Fu un colpo di fulmine, da quel giorno siamo diventati inseparabili».
Giovedì siete partiti insieme per Roma?
«Sì, avevamo alcuni appuntamenti di lavoro e abbiamo colto l’occasione per goderci un po’ la città e incontrare il suo migliore amico, Andrea. Si conoscevano dagli anni Novanta e non si sono mai persi di vista, nonostante abbiano intrapreso percorsi professionali diversi e abitassero a 500 chilometri di distanza l’uno dall’altro. Domenica abbiamo trascorso la mattinata in albergo perché pioveva. Siamo usciti per raggiungere Andrea e la fidanzata alla Taverna Trilussa, dove ci aspettavano per pranzo. Poi Paolo ha voluto fare due passi: aveva voglia di
❞ Era un vulcano di idee A volte parlavamo anche di avere dei figli Sogni che ormai resteranno nel cassetto
Ilaria Pecoraro, 28 anni, e Paolo Piccardo si erano conosciuti sei anni fa in un ristorante nel centro di Torino camminare».
Le è parso turbato?
«Era inquieto, lo era da qualche settimana. È stato un anno molto difficile per la sua attività. Come molti imprenditori ha registrato un forte calo negli affari per colpa dell’emergenza Covid. La sua società — la Wide Communication — opera nel settore dell’intrattenimento e ha risentito della cancellazione di tutti gli eventi. Ha sei dipendenti che a turno Paolo ha dovuto mettere in cassa integrazione. L’agenzia stava vivendo un momento di crisi e questo lo preoccupava. Ma nessuno poteva immaginare quello che è accaduto».
Il nome di Paolo è da sempre legato al mondo delle discoteche: aveva ancora questa passione?
«Erano altri tempi. Amava ancora divertirsi e stare in compagnia, ma in maniera più tranquilla. Alla discoteca ora preferiva le cene con gli amici. Ma quegli anni dorati li ricordava in continuazione, del resto sono stati il suo trampolino. Ogni volta aveva un aneddoto nuovo da raccontare: tutti molto divertenti. Quando non c’era, si sentiva molto la sua mancanza. E quando c’era, abbagliava tutti con le sue storie folli. Chi lo ha conosciuto può avere solo un bel ricordo di lui: era buono e soprattutto genuino. Non nascondeva nulla del suo carattere, neanche i difetti».
Quali passioni avevate in comune?
«Condividevamo tutto, da qualche anno lavoravamo anche insieme. Con lui ho viaggiato molto: Egitto, Stati Uniti, Israele, Francia e Spagna. Ogni viaggio era una nuova avventura, ho tanti ricordi bellissimi. A settembre siamo stati qualche giorno a Saint Tropez per il suo 53esimo compleanno. Era sereno, più tranquillo rispetto al periodo del lockdown: pensava, come tanti, che non ci sarebbe stata una seconda ondata di Covid e che presto anche il suo settore avrebbe cominciato nuovamente a rivitalizzarsi. Invece…».
Quali progetti nel futuro?
«Tanti, perché lui era un uomo che aveva sempre voglia di fare. Era un vulcano di idee. A volte parlavamo di avere dei figli. Sogni che resteranno nel cassetto».