«Le Alpi non diventino montagne di plastica»
Premiato il progetto: riceverà un contributo da 28.500 euro
Uno dei sei progetti al mondo premiati dalla European Outdoor Conservation Association nella lotta ai rifiuti in plastica, è denominato «Stop the Alp become Plastic Mountains». Alpi di plastica: un incubo all’orizzonte per una delle zone più belle del mondo, dove resiste (per ora) una biodiversità straordinaria. Ecco perché c’è bisogno di fare qualcosa. Il progetto, che riceverà un contributo da 28.500 euro, è stato scelto da Eoca assieme ad altri arrivati da Brasile, Colombia, Gran Bretagna e Spagna: è l’unico italiano. Per la precisione, torinese. Come Franco Borgogno, uno degli ideatori, giornalista e divulgatore scientifico, promotore di una nuova consapevolezza ambientalista contro l’inquinamento da plastica. Per farlo ha seguito un lungo percorso professionale e anche interiore: «Da anni studio l’inquinamento delle plastiche che purtroppo ho trovato ovunque: nell’artico, nel Mediterraneo, nelle acque del Po e nelle nevi alpine». Il salto di qualità è arrivato con i viaggi tra i ghiacci del nord. «Il primo – spiega - seguendo il Passaggio a Nord-ovest, il secondo nell’artico europeo e poi fino alla Calotta polare. E qui, nel 2018, per la prima volta abbiamo documentato la presenza di grandi plastiche all’interno del ghiaccio polare, un dato che colpisce forse più ancora di quello delle microplastiche, a cui ci siamo purtroppo quasi abituati». Ecco il punto di partenza per Borgogno:
«Avevo messo al servizio di questa ricerca la mia vecchia passione per la montagna, diventando guida naturalistica. Oggi il mio compito è quello di raccontare tutto ciò che ho visto e continuo a vedere». Lo fa scrivendo libri (l’ultimo è appena uscito: “Plastica, la soluzione siamo noi”), scattando foto, realizzando resoconti e organizzando conferenze e incontri di formazione. E passando da un riconoscimento internazionale all’altro, come nel 2017 all’international Ocean Film Festival di San Francisco, con il suo documentario “Un mare di plastica” tra i finalisti. I campionamenti hanno svelato l’allarme fin dall’inizio, da quando Borgogno per conto dell’european Research Institute ha seguito l’ecorunner Roberto Cavallo lungo il corso del Po. Prelievi effettuati dalla sorgente fino al delta del fiume, trovando molte microplastiche. Le stesse riscontrate poi nei nevai della Val d’aosta, verificando la conclusione del ciclo naturale di quei frammenti saliti dall’acqua alle nuvole e ricaduti in alta montagna con le precipitazioni. E non solo. «La plastica è ovunque ed è inarrestabile perché è nell’involucro che ti cade dalla tasca, oppure che rimane nei bivacchi in montagna. Non sempre c’è una colpa, è una probabilità diffusa. L’abbiamo trovata anche analizzando le feci degli animali nei parchi in alta quota. E allora dipende da noi fare più attenzione e usarla sempre meno. La consapevolezza cresce, in Europa siamo avanti in questo». Il progetto Alp porterà un ulteriore contributo con corsi e attività di pulizia, coinvolgendo i rifugi nelle aree protette di Gran Paradiso, Valli di Lanzo, Orsiera Rocciavré e Alpi Marittime.