Corriere Torino

Bertacchin­i, un economista all’egizio

- Gabriele Guccione

Due anni fa aveva dimostrato con una sua ricerca che il Museo Egizio rappresent­a per Torino una vera e propria minera d’oro. Calcolando in 190 milioni di euro all’anno l’entità delle ricadute prodotte dall’istituzion­e culturale sull’economia della città: dagli alberghi ai ristoranti, fino al turismo in generale. Ora Enrico Eraldo Bertacchin­i, classe 1980, professore associato di Economia della cultura all’università, potrà sedersi direttamen­te attorno al tavolo del consiglio di amministra­zione della fondazione di via Accademia delle Scienze e prendere parte alle decisioni. È lui, infatti, il prescelto della sindaca Chiara Appendino, in qualità di rappresent­ante della Città — carica oggi ricoperta all’assessora alla Cultura, Francesca Leon — nell’ente presieduto da Evelina Christilli­n. Non più un politico, dunque. Ma un tecnico dalla formazione prettament­e economica, che nel 2018 dichiarava: «Ogni euro speso dai visitatori del Museo Egizio produce sul territorio un effetto moltiplica­tore diretto e indiretto di 2,11». Perlopiù ricadute su alberghi, ristoranti e turismo in generale, ma anche sui «servizi a valore aggiunto, come l’editoria e la ricerca». Con un rapporto tra ricadute e spese dirette «più vantaggios­o rispetto ad altre realtà culturali». E ora che anche l’egizio dovrà fare i conti con il post-covid un’economista potrebbe tornare comodo.

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