Bertacchini, un economista all’egizio
Due anni fa aveva dimostrato con una sua ricerca che il Museo Egizio rappresenta per Torino una vera e propria minera d’oro. Calcolando in 190 milioni di euro all’anno l’entità delle ricadute prodotte dall’istituzione culturale sull’economia della città: dagli alberghi ai ristoranti, fino al turismo in generale. Ora Enrico Eraldo Bertacchini, classe 1980, professore associato di Economia della cultura all’università, potrà sedersi direttamente attorno al tavolo del consiglio di amministrazione della fondazione di via Accademia delle Scienze e prendere parte alle decisioni. È lui, infatti, il prescelto della sindaca Chiara Appendino, in qualità di rappresentante della Città — carica oggi ricoperta all’assessora alla Cultura, Francesca Leon — nell’ente presieduto da Evelina Christillin. Non più un politico, dunque. Ma un tecnico dalla formazione prettamente economica, che nel 2018 dichiarava: «Ogni euro speso dai visitatori del Museo Egizio produce sul territorio un effetto moltiplicatore diretto e indiretto di 2,11». Perlopiù ricadute su alberghi, ristoranti e turismo in generale, ma anche sui «servizi a valore aggiunto, come l’editoria e la ricerca». Con un rapporto tra ricadute e spese dirette «più vantaggioso rispetto ad altre realtà culturali». E ora che anche l’egizio dovrà fare i conti con il post-covid un’economista potrebbe tornare comodo.