L’accordo di Parigi resta disatteso
Era il 12 dicembre 2015 il giorno in cui veniva firmato l’accordo di Parigi, dopo lunghe negoziazioni tra più di 190 paesi. Rifacendosi a quanto riportato nel rapporto IPCC del 2014, l’accordo di Parigi è stato il primo trattato internazionale a riunire gli stati ratificanti in favore di una causa comune: la lotta al cambiamento climatico. L’accordo aveva infatti stabilito obiettivi che ormai diverse voci del mondo scientifico ripetono da tempo, tra i quali: dimezzamento prima e azzeramento poi delle emissioni di gas serra per evitare il superamento di una temperatura media globale di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, tentando anzi di rimanere entro 1.5°C; rafforzamento delle capacità di adattamento delle comunità agli effetti del cambiamento climatico; presentazione periodica dei piani nazionali per le azioni per il clima, per assicurarsi che essi siano in linea con il raggiungimento della neutralità climatica. A cinque anni dall’adozione dell’accordo di Parigi, sorge quindi spontanea la domanda: a che punto ci troviamo sulla strada per rimanere sotto 1.5°C? La risposta non è rassicurante. Attualmente l’impegno delle diverse parti per ridurre le emissioni di gas serra è infatti inadeguato. Oggi si registra una temperatura di +1.2°C rispetto all’epoca preindustriale e i devastanti effetti di fenomeni meteorologici estremi sono già ben evidenti. I paesi del G20 non possiedono obiettivi e politiche che permettano l’assestamento su 1.5°C e le attuali proposte presenti nel Green Deal europeo non sono in grado di soddisfare la necessità di azzerare le emissioni entro il 2050. Una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 non è sufficiente, pertanto L’UE deve essere più ambiziosa se intende rispettare l’accordo. La dura verità ci dice quindi che non c’è nulla da festeggiare in questo anniversario. Gli occhi di tutti sono puntati su Bruxelles, dove il Consiglio Europeo sta tentando di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030. Intanto migliaia di attiviste e attivisti in tutto il mondo manifestano per sottolineare che 1.5°C non è negoziabile.
La strategia
A Bruxelles si sta tentando di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni