Corriere Torino

L’accordo di Parigi resta disatteso

- Di Silvia Ferro

Era il 12 dicembre 2015 il giorno in cui veniva firmato l’accordo di Parigi, dopo lunghe negoziazio­ni tra più di 190 paesi. Rifacendos­i a quanto riportato nel rapporto IPCC del 2014, l’accordo di Parigi è stato il primo trattato internazio­nale a riunire gli stati ratificant­i in favore di una causa comune: la lotta al cambiament­o climatico. L’accordo aveva infatti stabilito obiettivi che ormai diverse voci del mondo scientific­o ripetono da tempo, tra i quali: dimezzamen­to prima e azzerament­o poi delle emissioni di gas serra per evitare il superament­o di una temperatur­a media globale di 2°C rispetto ai livelli preindustr­iali, tentando anzi di rimanere entro 1.5°C; rafforzame­nto delle capacità di adattament­o delle comunità agli effetti del cambiament­o climatico; presentazi­one periodica dei piani nazionali per le azioni per il clima, per assicurars­i che essi siano in linea con il raggiungim­ento della neutralità climatica. A cinque anni dall’adozione dell’accordo di Parigi, sorge quindi spontanea la domanda: a che punto ci troviamo sulla strada per rimanere sotto 1.5°C? La risposta non è rassicuran­te. Attualment­e l’impegno delle diverse parti per ridurre le emissioni di gas serra è infatti inadeguato. Oggi si registra una temperatur­a di +1.2°C rispetto all’epoca preindustr­iale e i devastanti effetti di fenomeni meteorolog­ici estremi sono già ben evidenti. I paesi del G20 non possiedono obiettivi e politiche che permettano l’assestamen­to su 1.5°C e le attuali proposte presenti nel Green Deal europeo non sono in grado di soddisfare la necessità di azzerare le emissioni entro il 2050. Una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 non è sufficient­e, pertanto L’UE deve essere più ambiziosa se intende rispettare l’accordo. La dura verità ci dice quindi che non c’è nulla da festeggiar­e in questo anniversar­io. Gli occhi di tutti sono puntati su Bruxelles, dove il Consiglio Europeo sta tentando di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030. Intanto migliaia di attiviste e attivisti in tutto il mondo manifestan­o per sottolinea­re che 1.5°C non è negoziabil­e.

La strategia

A Bruxelles si sta tentando di concordare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni

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