Intelligente e divertente a teatro (l’abbiamo visto per voi in Laguna) ora «I due gemelli veneziani» di Malosti affronta la prova del web Domenica va online per il Tpe Un Goldoni a tinte noir
In Francia la programmazione degli spettacoli in presenza di pubblico potrebbe ricominciare dal 15 dicembre. In Spagna e in alcuni altri Paesi d’europa la «riapertura» è data per imminente. Comunque regna l’incertezza.
In Italia le sale teatrali sono rigorosamente chiuse al pubblico ma registi, attori, tecnici vi lavorano. E non ci sono per loro prospettive sicure. Così prendono vita degli spettacoli destinati alla televisione o al web. Un escamotage per non far precipitare tutto nel silenzio, per far correre qualche denaro. E vi è chi come Mario Martone si inventa una formula video di straordinaria qualità. Parliamo del suo recente Barbiere di Siviglia trasmesso dalla Rai, nel quale tutto il teatro diventa un set cinematografico.
A Torino dopo lo Stabile anche il Teatro Piemonte Europa popola il web. Domenica alle 19 trasmette online I due gemelli veneziani di Goldoni, regia di Valter Malosti. Si tratta di una virtuosa coproduzione Tpe, Teatro del Veneto e Teatro Metastasio di Prato. Lo spettacolo, che avrebbe dovuto debuttare prima a Padova e poi all’astra di Torino a fine mese, sarà visibile da tutti sulla piattaforma Backstage del Teatro Stabile del Veneto a partire dalle 19 e fino alle 24. In qualunque momento delle cinque ore, chi si collega potrà assistere all’intero spettacolo. I due gemelli veneziani è stato registrato al Teatro Goldoni di Venezia con cinque telecamere.
Malosti «rilegge» l’opera goldoniana evidenziandone le tinte noir e non fa un’operazione arbitraria, cervellotica. Non soltanto perché la commedia si conclude con la morte di uno dei gemelli e con il suicidio del suo assassino, finto virtuoso (basterebbe!), ma anche perché un’aria di incombente catastrofe, una nevrosi indecifrabile aleggiano davvero su tutto il testo. Questo malessere viene immediatamente evocato e messo a fuoco dalla nitida regia e dalla bella scena, geometrica, alla Appia, di Nicolas Bovey. Periatti neri, altissimi. Non sembra la Verona goldoniana ma una città metafisica.
Certo non mancano gli spunti di comicità che Goldoni ricava dalla contemporanea presenza nella vita sociale dei gemelli, l’uno all’insaputa dell’altro, ma anche dei loro svagati, qualche volta meschini, interlocutori. Si ride, circospetti. In fondo è una classica commedia degli equivoci e insieme della contaminazione di generi. Consorprendente vincenti gli interpreti: l’eclettico Marco Foschi, nel doppio ruolo di Zanetto e Tonino; Danilo Nigrelli, Pancrazio; Irene Petris, Beatrice; Anna Gamba, Rosaura; Camilla Nigro, Colombina e altri cinque. Foschi passa velocemente da un personaggio all’altro, dal saggio allo sciocco, trovando i toni giusti ma anche le giacche giuste. C’è pure un Arlecchinopulcinella, Marco Manchisi, cui Malosti affida qualche
Il regista
Il torinese Valter Malosti, direttore della Fondazione Teatro Piemonte Europa, con questo spettacolo affronta per la prima volta un testo goldoniano
chiosa, o sentenza, extra-testuale. E il monologo finale di Rosaura è tratto da Marivaux. Un collage interessante, messo in scena con intelligenza dal regista, al suo incontro d’esordio con Goldoni. L’adattamento è di Angela Demattè. Insomma, a un primo impatto, un risultato di grande livello, con una compagnia affiatata.
Vedere lo spettacolo da uno schermo è già qualcosa, ma di sicuro il pubblico, appena possibile, vorrà tornare a condividere con gli attori la stessa aria, lo stesso spazio fisico. Questo è il teatro, sennò, perde, per dirla con Pirandello e Benjamin, l’aura (la perdono gli interpreti), la magia, la ragion d’essere. Incrociamo le dita.