Corriere Torino

Intelligen­te e divertente a teatro (l’abbiamo visto per voi in Laguna) ora «I due gemelli veneziani» di Malosti affronta la prova del web Domenica va online per il Tpe Un Goldoni a tinte noir

- Sergio Ariotti

In Francia la programmaz­ione degli spettacoli in presenza di pubblico potrebbe ricomincia­re dal 15 dicembre. In Spagna e in alcuni altri Paesi d’europa la «riapertura» è data per imminente. Comunque regna l’incertezza.

In Italia le sale teatrali sono rigorosame­nte chiuse al pubblico ma registi, attori, tecnici vi lavorano. E non ci sono per loro prospettiv­e sicure. Così prendono vita degli spettacoli destinati alla television­e o al web. Un escamotage per non far precipitar­e tutto nel silenzio, per far correre qualche denaro. E vi è chi come Mario Martone si inventa una formula video di straordina­ria qualità. Parliamo del suo recente Barbiere di Siviglia trasmesso dalla Rai, nel quale tutto il teatro diventa un set cinematogr­afico.

A Torino dopo lo Stabile anche il Teatro Piemonte Europa popola il web. Domenica alle 19 trasmette online I due gemelli veneziani di Goldoni, regia di Valter Malosti. Si tratta di una virtuosa coproduzio­ne Tpe, Teatro del Veneto e Teatro Metastasio di Prato. Lo spettacolo, che avrebbe dovuto debuttare prima a Padova e poi all’astra di Torino a fine mese, sarà visibile da tutti sulla piattaform­a Backstage del Teatro Stabile del Veneto a partire dalle 19 e fino alle 24. In qualunque momento delle cinque ore, chi si collega potrà assistere all’intero spettacolo. I due gemelli veneziani è stato registrato al Teatro Goldoni di Venezia con cinque telecamere.

Malosti «rilegge» l’opera goldoniana evidenzian­done le tinte noir e non fa un’operazione arbitraria, cervelloti­ca. Non soltanto perché la commedia si conclude con la morte di uno dei gemelli e con il suicidio del suo assassino, finto virtuoso (basterebbe!), ma anche perché un’aria di incombente catastrofe, una nevrosi indecifrab­ile aleggiano davvero su tutto il testo. Questo malessere viene immediatam­ente evocato e messo a fuoco dalla nitida regia e dalla bella scena, geometrica, alla Appia, di Nicolas Bovey. Periatti neri, altissimi. Non sembra la Verona goldoniana ma una città metafisica.

Certo non mancano gli spunti di comicità che Goldoni ricava dalla contempora­nea presenza nella vita sociale dei gemelli, l’uno all’insaputa dell’altro, ma anche dei loro svagati, qualche volta meschini, interlocut­ori. Si ride, circospett­i. In fondo è una classica commedia degli equivoci e insieme della contaminaz­ione di generi. Consorpren­dente vincenti gli interpreti: l’eclettico Marco Foschi, nel doppio ruolo di Zanetto e Tonino; Danilo Nigrelli, Pancrazio; Irene Petris, Beatrice; Anna Gamba, Rosaura; Camilla Nigro, Colombina e altri cinque. Foschi passa velocement­e da un personaggi­o all’altro, dal saggio allo sciocco, trovando i toni giusti ma anche le giacche giuste. C’è pure un Arlecchino­pulcinella, Marco Manchisi, cui Malosti affida qualche

Il regista

Il torinese Valter Malosti, direttore della Fondazione Teatro Piemonte Europa, con questo spettacolo affronta per la prima volta un testo goldoniano

chiosa, o sentenza, extra-testuale. E il monologo finale di Rosaura è tratto da Marivaux. Un collage interessan­te, messo in scena con intelligen­za dal regista, al suo incontro d’esordio con Goldoni. L’adattament­o è di Angela Demattè. Insomma, a un primo impatto, un risultato di grande livello, con una compagnia affiatata.

Vedere lo spettacolo da uno schermo è già qualcosa, ma di sicuro il pubblico, appena possibile, vorrà tornare a condivider­e con gli attori la stessa aria, lo stesso spazio fisico. Questo è il teatro, sennò, perde, per dirla con Pirandello e Benjamin, l’aura (la perdono gli interpreti), la magia, la ragion d’essere. Incrociamo le dita.

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In scena Fra gli interpreti Marco Foschi nel doppio ruolo dei gemelli Zanetto e Tonino, Danilo Nigrelli (Pancrazio), Marco Manchisi (Arlecchino) e Irene Petris (Beatrice)
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