Corriere Torino

Candidato depennato indagati Molinari e Zangrillo

Avviso di fine indagini ai vertici di Lega e FI

- Nerozzi

Per una vendetta politica che sconfina nel dispetto da cortile, avrebbero escluso dalle liste per le elezioni comunali di Moncalieri Stefano Zacà, 54 anni, ex capogruppo di Forza Italia (Fi) in consiglio poi passato alla Lega. Con una sorta di patto tra i vertici regionali dei due partiti, il coordinato­re di Fi Paolo Zangrillo e il numero uno del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, ora entrambi indagati, insieme al deputato leghista e segretario provincial­e Alessandro Benvenuto e a un militante, il sospetto esecutore materiale della cancellazi­one dalle lista. È la ricostruzi­one fatta nell’avviso di fine indagini notificato ieri mattina e che ha chiuso l’inchiesta.

Per una vendetta politica che sconfina nel dispetto da cortile, avrebbero escluso dalle liste per le elezioni comunali di Moncalieri Stefano Zacà, 54 anni, ex capogruppo di Forza Italia (Fi) in consiglio poi passato alla Lega. Con una sorta di patto tra i vertici regionali dei due partiti, il coordinato­re di Fi Paolo Zangrillo e il numero uno del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, ora entrambi indagati, insieme al deputato leghista e segretario provincial­e Alessandro Benvenuto e a un militante, il sospetto esecutore materiale della cancellazi­one dalle lista. È la ricostruzi­one fatta nell’avviso di fine indagini notificato ieri mattina e che ha chiuso l’inchiesta coordinata dal procurator­e aggiunto Enrica Gabetta e dal pubblico ministero Gianfranco Colace.

Quello che era il sospetto di un esposto dei Radicali italiani depositato in Procura è dunque diventato un’ipotesi di reato, dopo gli accertamen­ti della sezione di polizia giudiziari­a dei carabinier­i: ovvero, la falsificaz­ione materiale mediante alterazion­e e/ o sostituzio­ne di un atto destinato a operazione elettorale, come previsto dal dpr numero 570 del 16 maggio 1960. Nel caso specifico, un falso per soppressio­ne.

Tutto era partito alla vigilia delle ultime elezioni comunali di Moncalieri, in programma lo scorso settembre. E dove la Lega aveva raccolto le firme per 24 candidati, salvo poi depennarne uno, Zacà appunto, prima di presentare la lista alla commission­e, sulla quale di nomi ce n’erano soltanto 23. Era infatti sparito quello del medico legale Stefano Zacà, che sull’uscio della campagna elettorale aveva piantato Forza Italia, di cui era capogruppo in consiglio comunale per andare nel partito di Matteo Salvini. Zangrillo, fratello del medico personale di Berlusconi, genovese ma da anni residente a Moncalieri, l’aveva preso come uno sgarbo imperdonab­ile. Se non un tradimento. Che ben valeva una piccola congiura,

almeno secondo la ricostruzi­one degli investigat­ori: in breve, Zangrillo chiede a Molinari di liquidare Zacà. Richiesta che l’esponente della Lega avrebbe girato a Benvenuto e lui, da segretario provincial­e, a un militante leghista di Moncalieri.

Stavolta, a prenderla malissimo è Zacà: presenta subito ricorso al Tar e, vistolo bocciato, va al Consiglio di Stato. Che invece lo accoglie, rimettendo­lo in corsa, e in lista elettorale, al terzo posto. E da

lì, con i voti presi, eccolo di nuovo in consiglio comunale. Di fianco al procedimen­to amministra­tivo, i Radicali aveva nel frattempo avviato gli accertamen­ti penali, presentand­o l’esposto in Procura. Da oggi, i quattro indagati avranno venti giorni per depositare le proprie memorie difensive o farsi interrogar­e, per dare la propria versione della vicenda.

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Alessandro Benvenuto (Lega)
Segretario Alessandro Benvenuto (Lega)
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Paolo Zangrillo, deputato di Fi
Coordinato­re Paolo Zangrillo, deputato di Fi
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Capogruppo Riccardo Molinari, numero uno della Lega alla Camera

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