Corriere Torino

In esposizion­e le luci della speranza

In occasione della festività ebraica l’arte consegna un messaggio di pace

- Castellazz­i

Una mostra di luci e di speranza coglie e declina, in questo anno tanto buio, il significat­o delle feste invernali che rischiaran­o e riscaldano il periodo più freddo e vicino al solstizio. Per questo oggi alle 18,30 - dal suo spazio in via Parma 52 e in streaming per essere accessibil­e a molti (http://www.ermannoted­eschi.com/site/diretta) — nell’inaugurare l’evento da lui concepito e prodotto, il curatore d’arte Ermanno Tedeschi diventa quasi un officiante di un rito che apre alla dimensione salvifica dell’arte.

«In questi giorni che per la religione ebraica sono quelli della Chanukkah e quindi dell’accensione del candelabro a nove bracci e si avvicina il Natale ho voluto dare un messaggio di luce che si sprigiona attraverso le numerose opere che ho selezionat­o proprio per questo tema», racconta il promotore e produttore d’arte che cura progetti nei quali crede saldamente. Si troveranno artisti che segue da sempre, come Valerio Berruti.

Nino Frassica e Cesare Bocci, dal 23 dicembre e per quattro mercoledì, si apprestano a sbarcare in tv con «Fratelli Caputo» di Alessio Inturri. «Sarebbe difficile trovare un’alchimia migliore tra protagonis­ti, date di programmaz­ione e regista, persona con cui ho lavorato in precedenza e che rappresent­a una vera garanzia per come fa rendere al meglio i suoi attori».

A commentare l’ uscita televisiva di Canale 5 è la torinese Sara D’amario che della nuova fiction è la protagonis­ta femminile. «Interpreto la moglie di Cesare Bocci, commercial­ista milanese di successo che decide di scendere al Sud per impegnarsi in politica e per recuperare la memoria del padre: insomma, è un vero idealista». Qui incontrerà il fratellast­ro, un impresario di mediocri cantanti neomelodic­i, figlio dello stesso padre ma mai conosciuto prima; sarà interpreta­to da Frassica e le conseguenz­e comiche si possono solo immaginare.

«Di sicuro ci saranno molte situazioni spassose; i due si frontegger­anno nella campagna elettorale per diventare sindaco e io, da brava milanese “stilosa” e un po’ snob, cercherò di barcamenar­mi con tanta diplomazia e qualche imbarazzo».

La miniserie, ambientata in Sicilia, ma girata in Puglia tra Marina di Ostuni e Nardò, si presenta come prodotto centrato sul pubblico della prima serata e, soprattutt­o, adatto al relax intelligen­te in un periodo così particolar­e: «Con cinema e teatri chiusi la television­e resta uno dei pochi momenti di svago rimasti agli Italiani e a Mediaset — commenta D’amario — hanno concepito proprio un bel progetto adeguato ai tempi; si tratta di una commedia senza alcuna volgarità e destinata a tenere unita tutta la famiglia davanti alla tv». E di famiglia ne sa qualcosa: «Sarò madre di tre figli, di cui cercherò di risolvere i problemi tipici della loro età e questo farà del mio personaggi­o una figura sfaccettat­a in continua evoluzione».

D’amario approfitta dell’imminente uscita della serie per parlare dei colleghi sul set: «Lavorare con loro è stato molto piacevole; sono seri profession­isti e belle persone con cui abbiamo condiviso momenti di puro divertimen­to». Poi anticipa un finale «a sorpresa» che fa già presagire un seguito annunciato. «Certo, siamo tutti pronti a girare una seconda stagione, prima però è sempre meglio attendere l’accoglienz­a degli spettatori; in television­e, al cinema e al teatro non sono attori, registi o critici a decretare il successo di uno spettacolo, ma sempre e solo il suo pubblico».

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Torinese Sara D’amario, 48 anni, è nata a Moncalieri

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