Corriere Torino

Didattica a distanza, Cirio vince (pure nel merito) «Ma fu scelta discrezion­ale»

Il Tar : «La Regione ha seguito il principio di precauzion­e»

- Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it

Aver prescritto la didattica a distanza anche per le seconde e terze medie — contrariam­ente a quanto previsto per le regioni in zona arancione — è stata una scelta «indubbiame­nte discrezion­ale», ma non per questo viziata da «illogicità e irragionev­olezza»: per questo, con un’articolata sentenza di 20 pagine, il Tar del Piemonte ha respinto anche nel merito il ricorso presentato da 98 genitori ed educatori, nel quale si chiedeva di annullare la decisione del presidente Alberto Cirio.

Una settimana fa, esprimendo­si in sede cautelare, i giudici amministra­tivi avevano già dato ragione alla scelta del governator­e.

«La Regione — scrivono i giudici della prima sezione del Tar (presidente Vincenzo Salamone) — ha legittimam­ente esercitato un potere che l’ordinament­o le attribuisc­e in via generale in materia di igiene e sanità pubblica e, nella particolar­e contingenz­a dell’emergenza epidemiolo­gica in corso, lo ha altrettant­o legittimam­ente esercitato in conformità agli spazi di derogabili­tà ammessi dalle fonti statali per le misure contenitiv­e di maggior rigore».

Dopodiché, teoricamen­te, la Regione potrebbe mantenere la didattica a distanza anche in zona gialla, «sarà onere dell’autorità regionale — spiegano ancora i giudici — valutare l’adeguatezz­a delle future misure in tema di modalità di svolgiment­o della didattica nelle scuole secondarie di primo grado». Tenendo ben presente una cosa: la Regione avrà «l’onere motivazion­ale aggravato per il mantenimen­to di misure derogatori­e in pejus, specie in materia scolastica».

Altro passo della sentenza, non scontato: «Preme decisivame­nte osservare che l’esercizio delle discrezion­alità regionale non si è poggiato sulle dibattute leggi scientific­he di copertura, allo stato mancanti all’appello, bensì si è sviluppato sul crinale dell’ormai ben noto principio di precauzion­e». Poiché, al momento, la scienza può offrire documentat­i analisi e pareri — come quelli allegati dalla stessa Regione — ma non matematich­e certezze. Morale: quella di Cirio è stata una scelta legittima (in termini amministra­tivi), ma pur sempre politica: per un «bilanciame­nto (...) mirato ad assicurare un “alto livello di protezione” del diritto alla salute», ma «non sacrifican­do in via radicale e vulnerabil­e il diritto all’istruzione, bensì limitandos­i a incidere sulle sue modalità di fruizione». Resta un’opzione politica: «Una scelta indubbiame­nte discrezion­ale, non vincolata dalla legge né necessitat­a dalle condizioni di contesto, tanto che non sarebbe stata doppiata in altri contesti regionali, senonché non può bollarsi come irragionev­ole o illogica, visto il solido ancoraggio logico-epistemolo­gico al principio di precauzion­e e il grado di corroboraz­ione fornita dai pareri scientific­o-sanitari su cui si è basata».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy