Corriere Torino

Dalla Regione 30 milioni per aiutare le Rsa in crisi Icardi: taglieremo altrove

La Valle e Picco direttori alla Città della Salute e all’asl

- Lorenza Castagneri

La decisione deve essere ancora messa nero su bianco in una delibera, ma è stata anticipata via sms ad alcune associazio­ni di gestori di Rsa. La Regione punta a stanziare trenta milioni per aiutare le residenze per anziani. La somma dovrebbe comprender­e i 14 milioni già loro destinati come rimborso per mascherine, guanti e altri dispositiv­i di protezione acquistati in primavera, cifra che ora sarebbe raddoppiat­a. L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi (Lega), sottolinea che le Rsa sono soggetti privati, ma che svolgono un importante servizio per il sistema sanitario pubblico. E la Regione è pronta ad aiutarle. Ma tagliando altrove. «Il bilancio della sanità — spiega — è di otto mirimborsi liardi e mezzo, però abbiamo anche un deficit struttural­e importante perché i bilanci delle aziende sanitarie sono in gran parte in rosso. Perciò se mi viene chiesto di trovare risorse per le Rsa, io rispondo sì, ma sono necessari sacrifici su altri capitoli». Anche perché la Regione ha speso oltre 500 milioni per i costi dell’emergenza Covid e ottenere i da Roma è macchinoso. Ma la crisi delle Rsa rischia di avere un impatto enorme sulle famiglie. Nella Regione ci sono 784 strutture e si stima che circa la metà siano in crisi. Causa Covid, i nuovi ingressi di pazienti sono bloccati e molte famiglie hanno scelto di accudire a casa i loro cari, per paura che il coronaviru­s blocchi le visite e per risparmiar­e. Il 20 per cento dei letti è libero. Ciò significa meno incassi mentre i costi lievitano. L’ultimo grido di dolore è arrivato dal sindaco di Novara, Alessandro Canelli, anche lui leghista, seguito da quello della democratic­a Silvia Marchionin­i, primo cittadino di Verbania. Di qualche giorno fa, la lettera della Diocesi di Pinerolo, della Diaconia Valdese e dell’associazio­ne delle case di riposo della Provincia di Cuneo, che rappresent­ano 5.735 posti letto e contano 4.123 lavoratori, per lamentare la «grave crisi» del settore. Prima ancora era arrivata quella firmata da decine e decine di direttori. Qualcuno ha già scritto alle famiglie per annunciare la chiusura a fine anno. «Noi speriamo nell’aiuto della Regione — commenta Michele Assandri, responsabi­le dell’anaste, una associazio­ne di gestori — anche perché ci risulta che, a oggi, solo 218 dei 265 milioni di euro stanziati annualment­e per le Rsa sia stato impiegato: se così fosse la Regione non avrebbe bisogno di risparmiar­e altrove». Di ieri anche la nomina di Giovanni La Valle e Carlo Picco come direttori generali, rispettiva­mente, della Città della Salute e della Asl Città di Torino, per un triennio. Prima ricoprivan­o il ruolo di commissari.

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