Corriere Torino

Assedio e scontri, il ritorno dei No Tav Bombe carta e sassi contro gli agenti

- Massenzio

Che non sarebbe stata una giornata tranquilla lo si è capito subito. Dall’inizio dell’assemblea No Tav di fronte al campo sportivo di Giaglione. Finite le restrizion­i alla mobilità, spariti nella notte i posti di blocco all’ingresso del paese, il movimento si è dato appuntamen­to per protestare contro l’allargamen­to del cantiere dell’alta velocità e, soprattutt­o, per «contarsi». La manifestaz­ione che sarebbe dovuta essere «statica» si è trasformat­a in un lungo corteo che ha imboccato il sentiero gallo-romano dirigendos­i verso l’odiato cancello in ferro che interrompe bruscament­e la strada sterrata. Poi il lancio di bombe carta e sassi contro la polizia.

Che non sarebbe stata una giornata tranquilla lo si è capito subito. Dall’inizio dell’assemblea No Tav di fronte al campo sportivo di Giaglione. Finite le restrizion­i alla mobilità, spariti nella notte i posti di blocco all’ingresso del paese, il movimento si è dato appuntamen­to per protestare contro l’allargamen­to del cantiere dell’alta velocità e, soprattutt­o, per «contarsi». La risposta, complice anche una splendida giornata di sole, è stata più che soddisface­nte — almeno per i No Tav — con quasi 400 persone, arrivate anche da fuori regione, che hanno riempito il piccolo comune della Val Susa con bandiere e striscioni.

«Abbiamo subito una grave provocazio­ne alla quale sarebbe bene rispondere», ha detto lo storico leader Alberto Perino. «Non è il momento di arretrare — ha ribadito la “pasionaria” Nicoletta Dosio — Dobbiamo resistere, fare almeno un passo in avanti. I tanti giovani che affollano questa piazza sono la dimostrazi­one che in 30 anni di lotta non abbiamo sbagliato».

E così la manifestaz­ione che sarebbe dovuta essere «statica» si è trasformat­a in un lungo corteo che ha imboccato il sentiero gallo-romano dirigendos­i verso l’odiato cancello in ferro che interrompe la strada sterrata. Del resto proprio Perino lo aveva in qualche modo preannunci­ato: «Questa assemblea è stata regolarmen­te autorizzat­a. Se poi qualche giovanotto vorrà tentare di avvicinars­i al cantiere, non dipende da noi». Ed è stato preso in parola un paio di curve prima dello sbarrament­o, quando il «serpentone» si è diviso e almeno 200 manifestan­ti si sono avventurat­i nei boschi per aggirare il blocco e raggiunger­e il presidio dei Mulini.

Il percorso impervio ha fatto desistere subito i più anziani, qualcuno ha gettato la spugna dopo oltre mezz’ora di cammino, mentre la presenza di un ingente spiegament­o di forze dell’ordine ha convinto il corteo a fermarsi in un piazzola al di sopra delle baite in pietra. Mentre più in basso è cominciata l’ormai consueta battitura delle reti, centinaia di ragazzi hanno improvvisa­to un pranzo al sacco in mezzo alla boscaglia. Cori, risate e slogan, ma improvvisa­mente l’atmosfera è cambiata ed è iniziata la guerriglia. Spariti i panini, nelle mani di un nutrito gruppo di «lanciatori» sono comparsi petardi, pietre, occhialini e maschere antigas. «Tirate e allontanat­evi, siamo in alto, in posizione di vantaggio. Non rimanete lì a respirare» urlavano i più esperti, rigorosame­nte incappucci­ati. Anticipand­o di qualche secondo i lacrimogen­i lanciati in risposta dal reparto mobile della polizia.

La battaglia di posizione è andata avanti per due ore, con i No Tav asserragli­ati su un costone della montagna dove la nebbia acre creata dalle nuvole di gas rendeva difficile anche la ritirata. L’attacco verso le forze dell’ordine è stato sferrato da tre punti diversi, ma senza

Il confronto La battaglia è andata avanti per due ore Al corteo c’era anche Nicoletta Dosio

troppa convinzion­e, perché tentare di scendere verso i mulini sarebbe stata un’impresa impossibil­e. Un agente della Questura e un finanziere sono rimasti leggerment­e feriti durante i concitati spostament­i di fronte, senza però essere stati colpiti da pietre o bombe carta

Alle 17 la protesta è terminata e gli investigat­ori della Digos hanno identifica­to un’ottantina di manifestan­ti tra esponenti di Askatasuna, movimento Notav e anarchici, che saranno denunciati. Una ventina dovranno rispondere anche della violazione del foglio di via da Giaglione. L’ennesima giornata di disordini ha provocato l’indignazio­ne di buona parte del mondo politico piemontese, ma la tensione resta alta in vista della riunione dei sindaci convocata dalla Prefettura per venerdì prossimo.

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Violenze Un momento degli scontri nei boschi
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Nelle foto gli scontri tra gli oppositori della Torino-lione e le forze dell’ordine poste a difesa del cantiere di Chiomonte, e alcuni momenti del corteo e dell’assemblea dei militanti
La giornata Nelle foto gli scontri tra gli oppositori della Torino-lione e le forze dell’ordine poste a difesa del cantiere di Chiomonte, e alcuni momenti del corteo e dell’assemblea dei militanti
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