Corriere Torino

Torinesi in fila diverse ore per lo shopping di Natale. Tutto esaurito ai tavoli di bar e ristoranti Code e traffico, il centro va in tilt

Magorabin controcorr­ente: riapro solo con orario pieno

- De Ciero, Fagone La Zita, Iaccarino

Torinesi in fila per ore pur di acquistare i regali di Natale. Folla in centro città e traffico in tilt con mezzi Gtt in ritardo. La prima domenica del Piemonte in zona gialla si è tradotta in un «liberi tutti» che ha portato migliaia di persone ad affollare soprattutt­o le strade dello shopping. La tendenza si è rivelata fin dal primo mattino con i bar aperti per le colazioni al tavolino, fino agli aperitivi entro le 18. Pienone per i ristoranti che hanno beneficiat­o anche della giornata di sole. Soddisfatt­i gli chef stellati che annunciano il tutto esaurito per Natale. La corsa agli acquisti ha fatto cadere nel vuoto gli appelli a non abbassare la guardia nella lotta al Covid.

Pollice in su per i ristorator­i piemontesi, che ieri hanno chiuso il primo giorno in zona gialla segnando un gran successo di pubblico. «Sono molto soddisfatt­o, abbiamo avuto una trentina di ospiti — commenta Umberto Chiodi Latini, patron del Vintage 1997 di piazza Solferino, una stella Michelin — certo, resta impossibil­e fare previsioni di medio periodo e per domani abbiamo solo un paio di prenotazio­ni — continua — ma sappiamo già che a Natale riempiremo la sala con i nostri clienti abituali».

Buono anche il bilancio di Casa Vicina, lo stellato di zona Lingotto che, dopo essersi spostato dai locali del dirimpetta­io Eataly a quelli di Green Pea, ha aperto al pubblico per la prima volta ieri. «Dopo mesi, mi sono sentito come in una normalissi­ma giornata di lavoro, prima del Covid — racconta Claudio Vicina — abbiamo servito venticinqu­e clienti tutti sorridenti, curiosi e, passata l’ansia, senza la fretta di alzarsi dal tavolo e scappare via. Davvero un’atmosfera unica che ci fa ben sperare — conclude — e anche per i prossimi giorni, abbiamo già dei tavoli prenotati».

Resoconto con il segno più anche al trentacinq­uesimo piano del grattaciel­o Intesa San Paolo, neoeletto nel firmamento Michelin sotto la Mole. Ieri Piano35 ha servito trenta coperti (su quarantaci­nque posti totali), tutti prenotati nelle trentasei ore precedenti la riapertura; per Natale già oggi è sold out; e questa settimana ha tavoli prenotati ogni giorno. «Un primo giorno che, nonostante le difficoltà iniziali, si è consumato all’insegna di energia positiva — spiega lo chef Marco Sacco — e lavorando su turni, siamo riusciti far rientrare tutta la nostra brigata in cucina. C’è voglia tornare a vivere — conclude Sacco — e, anche se è presto per formulare ipotesi di medio periodo, speriamo di poter continuare su questa strada». Anche i cuochi fuori Torino si dicono appagati dal primo giorno di riapertura. Come Gian Piero Vivalda (due stelle Michelin a Cervere) che ieri ha «riempito tutti i tavoli» e che resterà aperto tutti i giorni della settimana, feriali e festivi, per «dei clienti che ci vogliono bene».

Soddisfatt­i anche al bistrot di Antonino Cannavacci­uolo a

Novara, dove «il pranzo è andato bene, circa ventidue coperti su trentacinq­ue in totale — raccontano — tutte richieste arrivate last minute, con tante telefonate di persone curiose, che volevano capire dallo staff se fosse davvero possibile pranzare di nuovo seduti al tavolo, al ristorante. Ci aspettiamo lo stesso riscontro anche a Torino — concludono dal bistrot — dove riapriremo al pubblico dal giorno di Natale».

Sotto la Mole, i golosi sabaudi attendono con ansia altre due riaperture, stellate. Quella Del Cambio, attesa per venerdì diciotto dicembre. E quella del Magorabin Marcello Trentini. Che spiega così la sua scelta controcorr­ente: «Resto fermo, finché non potrò riaprire in sicurezza, e con orario normale». Ancora chiuse al pubblico le altre tre cucine Michelin torinesi: Spazio7, che apre solo il 25,26 e 27 dicembre; Condivider­e, e Carignano.

Personale richiamato al lavoro in cucina Tutti d’accordo: clima sereno nei locali

❞ Umberto Chiodi Latini Impossibil­e prevedere il medio periodo, ma sappiamo già che il 25 riempiremo la sala

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