Corriere Torino

La tennista che ha vissuto senza concedersi mai nulla

Elena Marinelli presenta il libro «Steffi Graf. Passione e perfezione» 377 settimane da numero uno, sola donna a completare il Grande Slam

- Giorgia Mecca

Icartellon­i sparsi per tutta la città mostrano i volti di Rafa Nadal, Matteo Berrettini e invitano a fare presto, perché i biglietti sono già in vendita per le Atp Finals, il torneo che dal prossimo novembre porterà al Palalpitou­r gli otto migliori giocatori al mondo e trasformer­à Torino nella capitale del tennis. In attesa di Roger Federer, Novak Djokovic, il nostro campione di casa Lorenzo Sonego o chi per loro, in attesa del tennis giocato, c’è quello raccontato e finalmente coniugato al femminile.

Oggi alle 18.30 nell’ambito di Vita Nova, la manifestaz­ione

Assente Non si legge mai il nome del marito Andre Agassi nel libro, da sola la vita di Steffi Graf, basta e avanza

Durante l’allenament­o Il papà le diceva: «Non ti distrarre Steffi Cerchiamo di arrivare il più lontano possibile Questo è l’obiettivo»

digitale organizzat­a dal Salone del Libro, sulla pagina Facebook della Trebisonda, la libreria di via Sant’anselmo, la scrittrice Elena Marinelli presenterà il suo nuovo libro: «Steffi Graf. Passione e perfezione», (66thand2nd editore), la biografia dell’ex tennista tedesca che dalla fine degli anni Ottanta alla fine degli anni Novanta ha vinto tutto ciò che si poteva vincere. Più di cento tornei, ventidue slam, Wimbledon (sette volte), Roland Garros, un oro e un argento alle Olimpiadi; in totale 377 settimane da numero uno del mondo e un record che non è ancora stato intaccato: nessuna giocatrice dopo di lei è riuscita a vincere il Grande Slam.

Il libro di Marinelli — il primo della collana «Vite inattese» della casa editrice romana scritto da una donna con protagonis­ta una donna — oltre al racconto dei successi, dei trofei alzati verso il cielo, oltre all’agonismo, alla rivalità con le avversarie racconta l’aspetto privato della giocatrice, i lati nascosti e quelli oscuri, ciò che accade quando il pubblico smette di applaudire e le campioness­e escono dal campo.

Chi ha visto giocare Steffi Graf la rimpiange, chi non ha potuto vederla la rimpiange comunque, per il modo in cui colpiva la pallina di dritto, per come si muovevano i suoi piedi, per l’eleganza, la timidezza, i capelli raccolti in una coda che oggi nessuno porta più, le poche, pochissime parole.

«Non ti distrarre Steffi. Cerchiamo di arrivare il più lontano possibile. Questo è il nostro obiettivo», così le disse suo padre Peter, quando Stefanie era ancora una ragazzina con un caschetto biondo, anonima, ubbidiente che quando andava a giocare i tornei spesso veniva scambiata per una raccattapa­lle. Quando accade lei non si scompone mai. Dicono che è fredda, distante, si sbagliano, vuole solo essere lasciata in pace, giocare a tennis, la cosa che sa fare meglio. Se potesse lo farebbe indossando ogni volta uno scafandro.

È arrivata lontano, la figlia di Peter, rinunciand­o all’infanzia, all’adolescenz­a, sorrisi, a pensieri che fossero alternativ­i al tennis. Tutto per una manciata di anni in cima al ranking, per la soddisfazi­one di una stretta di mano al termine di una partita, per la gioia effimera che si prova negli istanti successivi a una vittoria. Ma, come disse un giorno Billie Jean King, «perdere è per sempre». Aveva ragione lei, e Steffi Graf lo sa, sono le sconfitte le uniche a

Steffi Graf (vero nome Stefanie Maria Graf), oggi sposata con Andre Agassi, nel 1988 diventa la terza tennista della storia a conquistar­e in singolare il Grand Slam, ossia la vittoria di tutti i tornei maggiori nello stesso anno solare durare. La tennista tedesca ha vissuto anni senza concedersi niente di meno che la perfezione, ogni performanc­e poco meno che perfetta diventava un fallimento. Lo sport ai massimi livelli può diventare insostenib­ile e spingere le campioness­e a ritirarsi prima del previsto. Vista da una prospettiv­a totalmente femminile, la vita di Steffi Graf ma il tennis in generale, si carica di dettagli nuovi e di una nuova sensibilit­à. Non si legge mai il nome del marito Andre Agassi nel libro, da sola la vita di Steffi Graf, basta e avanza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy